Spiava le indagini di magistratura e polizia. È il motivo per il quale è finito in manette Antonello Montante, ex presidente della Confindustria siciliana ed ex delegato nazionale alla legalità per la confederazione degli industriali, nonché attuale presidente di Confindustria Caltanissetta e presidente di Retimpresa Servizi srl di Confindustria Nazionale. Ma andiamo per ordine.
Nel 2015 è scattata un’inchiesta contro Montante a seguito di alcune dichiarazioni rilasciate da tre collaboratori di giustizia. Il reato ipotizzato è quello di concorso esterno in associazione mafiosa, perché l’uomo di spicco di Confindustria avrebbe intrattenuto legami d’affari con Vincenzo Arnone, boss di Serradifalco che sarebbe stato tra l’altro testimone di nozze di Montante. Per questo motivo nel gennaio 2016 si è proceduto alla perquisizione degli uffici e delle abitazioni di Montante, dove sono state rinvenute diverse documentazioni che riguardavano politici e magistrati. Ed è per questa presunta attività illegale di spionaggio che l’esponente di Confindustria è finito agli arresti domiciliari.
Per mettere in atto ciò Montante si sarebbe servito di una rete di cui facevano parte anche tre agenti di polizia. In particolare, gli altri arrestati sono: Giuseppe D’Agata, colonnello, già capocentro della Dia di Palermo poi approdato ai servizi segreti; Diego Di Simone ex sostituto commissario della squadra mobile di Palermo, assunto da Montante come responsabile della sicurezza; Marco De Angelis, sostituto commissario in servizio alla prefettura di Milano; Ettore Orfanello che ha lavorato alla Polizia Tributaria palermitana; l’imprenditore Massimo Romano. Il vice sovrintendente della Questura di Palermo Giuseppe Graceffa è invece stato sottoposto ad una procedura di sospensione per un anno.