La salute, il lavoro e la libertà sono i valori che che garantiscono la dignità della persona. Benessere fisico e lavoro sono i presupposti della libertà risultato di autoderminazione e esenzione da necessità. Si tratta di due principi assoluti la cui assenza rende vuoto e annulla il concetto stesso di persona. Viviamo un’era nella quale il lavoro non è più un diritto ma una entità così astratta da sembrare onirica, al contempo un retaggio marxista e religioso antepone lo Stato o l’Etica all’autodeterminazione.
La legislazione sul biotestamento di cui si sta discutendo è frutto di questo retaggio ideologico che antepone Stato e/o Etica alla autodeterminazione della persona. Il conflitto ideologico fra queste due culture ha prodotto una legislazione poco chiara e molto ipocrita. La persona che vuole porre fine alla sua vita ha la possibilità di interrompere idratazione e nutrizione artificiale cioè di sospendere la terapia che la tiene in vita, ma il medico può essere obiettore di coscienza e quindi si può rifiutare di staccare la spina.
Nessuno mette in dubbio o contesta l’obiezione di coscienza, tuttavia non è ammissibile non rispettare l’autodeterminazione di chi ha scelto di morire perchè una malattia incurabile e devastante ha distrutto la dignità fisica e morale del corpo e della mente. Uno Stato laico deve garantire l’autodeterminazione e la dignità della persona, deve salvaguardare il diritto alla vita senza aggiungere giorni ma impegnandosi ad aggiungere vita ai giorni. L’esistenza non può essere uno scorrere temporale nella speranza del fato, la vita è uno scorrere di emozioni e avvenimenti positivi e negativi presenti e futuri. La persona che decide, nelle condizioni che la legge stabilisce, di interrompere le cure ha il diritto di farlo.
Non è concepibile che una legge permetta l’eutanasia e nello stesso tempo di potere obiettare a questa. Non è possibile che uno Stato laico e di diritto produca una legge sul biotestamento così ambigua. Vale il concetto dell’autodeterminazione o il convincimento ideologico? La scelta di morire appartiene all’individuo mentre l’eutanasia deve essere una legge che lo Stato ha il dovere di sancire senza ambiguità e con estrema chiarezza. La legge sul biotestamento in discussione è una legge che non vuole scontentare nessuno e per questo è una legge ambigua.
Almeno che non si voglia affidare alla magistratura la decisione finale! Da molto tempo la politica ha abdicato al proprio ruolo e non pare voglia riappropriarsi. Forse la politica o meglio gli uomini che la rappresentano sconoscono il significato dell’autodeterminazione e della esenzione da necessità. Più semplicemente ignorano il vero significato della libertà…e quindi dell’eutanasia.
Pericle
Biotestamento. Di Pericle
martedì 23 Maggio 2017 - 21:31