In quattro anni non è cambiato nulla. Anzi, le cose sono peggiorate con l’avvento di Daniele Ialacqua, l’ambientalista che avrebbe dovuto rivoluzionare il settore dei rifiuti. Prendersela con lui sarebbe ingeneroso perché di più non si può chiedere ad un assessore mediocre. Come, del resto, lo sono stati gli altri che l’hanno preceduto.
Passi anche la litania dell’onestà, ma i risultati della rivoluzione dal Basso, quella immaginata, sono sotto gli occhi di tutti. Le emergenze sono continue, la differenziata contrariamente agli annunci non decolla e la percentuale è in linea con quella di qualche anno addietro, quando era facoltativa. Il sindaco quando parla in tv elogia il lavoro del suo assessore, ma sa di non essere sincero perché i risultati sono pessimi.
Quattro anni fa, in campagna elettorale, hanno sbandierato ai quattro venti i problemi atavici del settore dei rifiuti, hanno raccontato la favola degli sprechi causa dell’eccessivo costo della Tassa sui rifiuti. In quattro anni i costi sono solo lievitati e i cittadini se ne sono accorti, nessuna riduzione se non il palliativo di qualche decina di euro per chi differenzia i rifiuti alle Isole ecologiche. Vogliamo parlare della pulizia?
La città è lurida da nord a sud passando per il centro cittadino, dove giusto oggi viene segnalata la presenza di rifiuti ingombranti sulla cortina del Porto, laddove sbarcano i croceristi. E del verde cittadino? Altra nota dolente, alberi che si schiantano e sterpaglie che adornano (in senso antifrastico), le aiuole del centro cittadino. Messina non era stata mai prima d’ora così abbandonata. Ma la colpa non è di Ialacqua, assessore mediocre e visionario.
Ialacqua: la mediocrità fatta assessore
martedì 23 Maggio 2017 - 21:32