Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto alla cerimonia commemorativa per i 25 anni delle stragi di Capaci e di via D’Amelio presso l’Aula Bunker del carcere dell’Ucciardone, luogo simbolo del maxi-processo a Cosa nostra. “La memoria di persone come Falcone e Borsellino continua ad accompagnarci”, ha esordito Mattarella.
“Il loro sacrificio viene, ovunque, ricordato con commozione; e il senso del loro impegno viene trasmesso e assunto in maniera condivisa, soprattutto da tanti giovani, giorno dopo giorno. Anche per le istituzioni e’ necessario non limitarsi al dolore e al ricordo. Non era questa la visione di Falcone e Borsellino.
Non hanno vissuto e lottato per questo. Ma per realizzare, e sollecitare, un impegno operativo, concreto, ininterrotto, contro l’attivita’ e la presenza della mafia”. “Falcone e Borsellino – ha aggiunto Mattarella – siciliani, profondi conoscitori della realta’ della loro terra, rifiutavano e respingevano la concezione, falsamente mitizzata e, insieme, rassegnata, dell’invincibilita’ della mafia e della sua impenetrabilita’. Quasi che essa fosse, in qualche modo, connaturata alla storia, alla mentalita’ e, in definitiva, al destino della Sicilia.
Oggi quelle impostazioni, quel metodo, sono alla base della legislazione antimafia, non solo in Italia, ma in tante parti del mondo”. “Le doti di tenacia, di coraggio, di intuizione, di intelligenza, di rigore morale erano presenti in loro in grande misura. Ma i loro sono stati comportamenti che ogni persona – ciascuno di noi – puo’ esprimere, compiendo scelte chiare e coerenti. Quegli uomini, oggi, costituiscono punti di riferimento. Ma devono essere, soprattutto, esempi”.