Un tripudio di applausi ha accolto, ieri sera al Teatro Trifiletti di Milazzo, lo spettacolo Holden, diretto e interpretato da Luigi Siracusa, prodotto dalla Sir Luis Production e ospitato all’interno della rassegna teatrale quiNteatro, diretta da Giuseppe Pollicina.
La storia, tratta dalle pagine del capolavoro di Salinger, il giovane Holden appunto, ambientata negli anni 50, ripercorre le gesta di un ragazzo di diciassette anni, che, qualche giorno prima di Natale, viene espulso dal college che frequentava in Pennsylvania. Ma, invece che rimuginare sui suoi errori, Holden decide di partire alla scoperta di un nuovo mondo. Arrivato a New York, la grande mela, inizia la sua grande avventura alla ricerca della libertà e di emozioni che lo catapultino nel mondo adulto.
Una storia di grande spessore, dunque, un evergreen che per anni è stato il punto di riferimento di intere generazioni e che ieri è tornata alla ribalta attraverso la mirabile interpretazione di un grande cast, diretto da Luigi Siracusa e con: Paolo Cutroni, Francesco Utzeri, Vincenzo Grassi, Livia De Luca, Maria Laura Gentile, Agostina Muscolino, Cassandra Barresi e Alessia Valenti.
Molte le emozioni che hanno pervaso questo spettacolo perché, nonostante la storia di Salinger risalga agli anni ’50, non è difficile riconoscersi in siffatti stati d’animo, che non appartengono soltanto alla sfera dei teenager, ma a chiunque sia in continuo dissidio con se stesso e perciò sempre alla continua ricerca di nuove sfide. È il lungo viaggio della vita che ci porta sempre a confrontarci con nuove situazioni per arrivare al fine ultimo, che è rappresentato dalla crescita personale dell’individuo.
“Ciò che distingue l’uomo immaturo è che vuole morire nobilmente per una causa,
mentre ciò che distingue l’uomo maturo è che vuole umilmente vivere per essa”.
Nella Stagione organizzata da “Le Alte Terre Di Mezzo” in compartecipazione con il Comune di Milazzo, Luigi Siracusa ancora una volta ci ha riproposto una storia intensa e ricca di profonde riflessioni nelle quali perdersi per poi uscirne più forti e motivati. Perché il teatro è anche questo: un percorso di crescita morale e intellettuale, che talvolta può aiutare a comprendere quale sarà il proprio destino.