Colpito il filo rosso che congiunge la mafia barcellonese e quella catanese. La lunga attività investigativa condotta dagli uomini della D.I.A. di Messina, unitamente al Centro Operativo di Catania ha portato stamani alla confisca dell’intero patrimonio, pari a oltre 28 milioni di euro, in possesso di Salvatore Santalucia, imprenditore dell’area nebroidea, ritenuto il tramite tra le organizzazioni criminali mafiose più importanti della Sicilia orientale: “Turi Piu”, nome con cui veniva solitamente identificato Santalucia, vantava una significativa vicinanza alla famiglia “Santapaola” di Catania, tramite i buoni rapporti che lo legavano ad alcuni esponenti del clan “Brunetto” come il defunto Paolo Brunetto; allo stesso tempo però, secondo il collaboratore di giustizia, Carmelo Bisognano, che rivela “Era un piccolo imprenditore noi lo abbiamo fatto diventare un grande imprenditore”, dall’altro lato Santalucia era impegnato con la sua attività a fiancheggiare la cosca barcellonese, in un una trama di rapporti in cui si districavano gli interessi delle due famiglie, operanti l’una sul versante jonico e l’altra su quello tirrenico della regione.
L’attività di Santalucia e il ruolo svolto nella sfera dell’illegalità dal soggetto colpito dalla misura di prevenzione. Già coinvolto nelle indagini “Ermes”, “Dionisio”, “Arcangelo”, “Iblis”, “Omega-Obelisco”, “Longano”, “Eris”, “Vivaio”, “Montagna”, “Gotha” e “Caterpillar”, Santalucia parte come un comune allevatore che opera con un’impresa di piccole dimensioni nell’area dei Nebrodi. La sua attività tuttavia ha registrato, in particolare tra il 2003 e il 2011 un’inspiegabile crescita esponenziale che in poco tempo ne ha fatto un colosso commerciale capace di allargarsi al movimento terra, produzione di conglomerato cementizio e produzione di energia da fonti rinnovabili. Proprio quest’ultimo settore rappresenta il punto di incontro, l’inizio della collaborazione con la società EOLO COSTRUZIONI S.r.l., impresa del Gruppo Nicastri riconducibile a Vito Nicastri, leader in Sicilia nella realizzazione delle opere civili dei parchi eolici e prestanome del latitante Matteo Messina Denaro, al quale è stato confiscato un patrimonio economico per oltre 1,5 miliardi di euro. Grazie al re delle pale eoliche, Santalucia ottiene l’incarico degli scavi e dell’installazione dei vari impianti, divenendo il referente per la zona di Rocella Valdemonte nel controllo illecito degli appalti: “Si tratta di un colpo diretto al cuore di Cosa Nostra – afferma il Direttore della Polizia di Stato, Renato Panvino – La cattura dei latitanti, la disarticolazioni delle organizzazioni criminali e lo svuotamento delle casse significano indebolire Cosa Nostra, evitare il suo proliferare e rafforzare la presenza dello Stato sul Territorio. L’aggressione dei loro patrimoni rappresenta il settore in cui possiamo incidere maggiormente. La nostra attività non si ferma qui ma continua a 360 gradi, la Dia continua ad attenzionare i Nebrodi”.
Nelle mani dello Stato, il patrimonio colpito dalla confisca nello specifico: 4 aziende, operanti nel settore dell’agricoltura, dell’allevamento, del movimento terra, della produzione di calcestruzzo e delle costruzioni edili; 326 terreni, ubicati nei comuni di Roccella Valdemone (ME), Gaggi (ME) e Castiglione di Sicilia (CT), per l’estensione complessiva di circa 220 ettari; 23 fabbricati; 26 veicoli e vari rapporti finanziari del valore complessivo pari a 28,5 milioni di euro.
Paologiorgio Vinci