Si stanno svolgendo in questi giorni gli ultimi appuntamenti del festival “Teatro dei Due Mari”, in scena nel suggestivo panorama del teatro antico del Tindari e diretto da Filippo Amoroso. Ancora fino a domenica sarà, dunque, possibile emozionarsi dinanzi agli spettacoli “Medea”, di Walter Pagliaro, e “Il Ciclope”, diretto da Angelo Campolo, che, attraverso due punti di vista radicalmente opposti affronteranno il tema dell’accoglienza degli stranieri venuti dal mare: l’uno tragico e drammatico e l’altro comico e ironico. Due grandi classici del Mito la cui rilettura diverrà un’occasione per riflettere e interrogarsi su uno dei temi più toccanti dei giorni nostri.
In Medea l’avventura della nave Argo può essere intesa oggi come un viaggio verso le regioni più misteriose della mente, un salto verso l’ignoto. Sotto l’attenta regia di Walter Pagliaro e interpretata da Micaela Edra, la nuova rivisitazione dell’opera, pur non tralasciando gli aspetti passionali, le affermazioni di femminilità in contrasto con il mondo maschile, è incentrata su una problematica che la Medea di Euripide affronta con lucida razionalità di sapiente: l’accoglienza degli stranieri. Sul palco a dare vita a questa struggente storia che ripercorre il dramma dei migranti oggi ci sarà un cast di dieci attori che si aggireranno smarriti sul palcoscenico tra i quali ricordiamo anche Marina Zanchi (Nutrice), Luciano Virgilio (Creonte) e Blas Roca Rey (Giasone). Lo spettacolo è realizzato in collaborazione con il 70° ciclo di spettacoli classici del Teatro Olimpico di Vicenza, dove sarà rappresentato il 22 e 23 settembre.
Diretto dall’attore e regista Angelo Campolo, impegnato negli ultimi anni in un percorso di integrazione culturale con giovani stranieri attraverso la pratica e lo studio del teatro, “Il Ciclope” è una rilettura contemporanea del dramma satiresco di Euripide incentrato sul celebre episodio omerico. La pièce, co-prodotta dal Teatro dei Due Mari e dalla Compagnia Daf – teatro dell’esatta fantasia, vede il coinvolgimento di otto attori e un musicista, con Edoardo Siravo nel ruolo del protagonista, Giovanni Moschella in quello di Sileno e Eugenio Papalia nella parte di Ulisse.
Chi sono oggi i “primitivi”? Da dove arrivano coloro che minacciano il nostro ordine costituito? Che lingua parlano? Sono davvero stranieri o forse più simili a noi di quanto pensiamo? Partendo da queste domande il dramma di Euripide è la chiave di volta di uno spettacolo, impreziosito dalle musiche originali di Marco Betta, eseguite dal vivo, che intende “giocare” con la prospettiva rovesciata del Noi e dell’Altro, sovvertendo tutti i e le certezze dei discorsi “civilizzatori” tradizionali. L’archetipo selvaggio del Ciclope per la prima volta appare perfettamente consapevole della sua condizione, lo specchio deformante di un sistema di valori che sta cadendo a pezzi. Il “grande occhio” del gigante, incapace di guardare oltre i propri bisogni, si spegne al grido del celebre “Nessuno mi ha accecato!” con la consapevolezza tragica di chi va incontro ad un destino già scritto. Per lui il buio profondo della solitudine di chi resta ai margini del mondo. Straniero per scelta, condanna o volere del fato.
Lo spettacolo è realizzato in collaborazione con il Ravenna Festival e sarà rappresentato nel porto di Classe (Ra) il 7 e l’8 luglio.
Calendario spettacoli:
Giovedì 1 giugno – Ciclope, ore 19
Venerdì 2 giugno – Medea, ore 19 – Ciclope, ore 21
Sabato 3 giugno – Medea, ore 19 – Ciclope, ore 21
Domenica 4 giugno – Medea, ore 19
Come da consuetudine, la rassegna proseguirà ad agosto con un secondo ciclo di spettacoli.
Ancora grandi emozioni, dunque, al Teatro dei due Mari, perché la vita corre anche sulle tavole di un palcoscenico.