27 luglio 2012, risale a quasi cinque anni fa la cerimonia di inaugurazione di una delle architetture panoramiche più suggestive dello Stretto, l’arena all’aperto del Palacultura intitolata allo scrittore e giornalista Domenico Cicciò. L’opera venne ideata con la nobile finalità di mettere in scena delle rappresentazioni culturali, sociali e ludiche per la cittadinanza ma dalla sua realizzazione, tristemente si può constatare che le performance ospitate hanno avuto come protagonisti solo vandali e incivili, con spettacoli meramente indecorosi, tra abbandono e e mancata cura di un impianto la cui fruibilità è stata fortemente compromessa.
Chiusa al pubblico, l’Arena rappresenta oggi una cattedrale nel deserto dove a farla da padrone non è l’arte ma l’immondizia. Qualche rara eccezione come quella costituita nel maggio 2015 dal progetto “Giovane Me: Our Voice-Our Space”, promosso da Comune, Unime, Anci, Messina Tourism Bureau, dai consiglieri della IV Circoscrizione e da numerose associazioni giovanili e universitarie, che con una memorabile kermesse musicale fecero rivivere l’impianto: poche gocce di intelligenti capacità amministrative in un oceano di indifferenza che ha condannato la struttura al degrado.
Ultimo in ordine di tempo tra le criticità che aggravano l’inagibilità dell’Arena, il problema delle infiltrazioni d’acqua, denunciato dal consigliere Libero Gioveni: “E’ certamente paradossale il fatto che questa preziosa struttura, che sembra essere stata costruita sul “tetto del mondo” per il meraviglioso scenario che offre sullo Stretto, si trovi proprio nello stabile che era stato realizzato per delle finalità culturali” dichiara l’esponente centrista, che sulla gestione della questione non risparmia l’Amministrazione: “Così come fa specie il fatto che, sempre al Palacultura, il sindaco, poco prima di diventare primo cittadino, tentò di costituire il famoso “Movimento della cultura”, chiedendo che i locali dell’immenso palazzo di viale Boccetta, appunto, potessero essere tutti utilizzati per scopi culturali; le inqualificabili condizioni dell’arena “Cicciò” certamente stridono con quanto auspicato allora da Accorinti”.
“Al buon nome di Domenico Cicciò, permanendo tali simili condizioni di degrado della struttura, non viene certamente reso quell’omaggio che la sua eccelsa figura merita, con conseguente e giustificatissimo rammarico da parte della famiglia” rincara concludendo Gioveni; il consigliere ha rinnovato l’appello ad una seria pianificazione che preveda interventi di manutenzione e recupero di una location che grida vendetta.
Paologiorgio Vinci