Risurrezione di… “Tomba a Camera IV – II sec. a. C.”, Messina riaccende area pregiata

Redazione1

Risurrezione di… “Tomba a Camera IV – II sec. a. C.”, Messina riaccende area pregiata

venerdì 09 Giugno 2017 - 17:09

Un’area di incredibile rilevanza storica e culturale è emersa dall’incuria di una quarantina d’anni e ha sconfitto l’indifferenza, a volte lo sdegno e il luogo comune che a Messina le imprese specialmente formative e di pregio non si possono compiere. E’ stata un’impresa durata quattro mesi di lavori e progettata da otto ma il risultato è la riscoperta “a reti unificate” del sito archeologico di Largo Avignone, “Tomba a Camera IV – II sec. a. C.”. Il suo saluto ufficiale “alla vita” è avvenuto tutta la mattinata partendo dall’interno della Basilica di S. Antonio dove è allocato il “Museo Avignone”, un saluto battezzato in primis dall’assessore regionale ai Beni Culturali, Carlo Vermiglio e da tutti i soggetti che hanno sposato l’idea di recupero e rimonta verso il dovuto apprezzamento di pubblico.

L’avvio di questa risurrezione (che capita quasi a fagiolo parlando di una tomba) è scattato appunto ad ottobre 2016 con la Commissione Cultura del Civico Consesso, con il presidente, Piero Adamo, che ha inoltrato l’istanza all’assessore alla Cultura dell’epoca, Daniela Ursino, immancabile anche oggi nella veste di Presidente dell’associazione D’aRteventi e alla Sovrintendenza ai Beni culturali, con il responsabile di Messina, Orazio Micali.

I ringraziamenti sarebbero infiniti con la supervisione dell’assessore alla Cultura, Federico Alagna e il Rettore della Basilica di S. Antonio, Padre Mario Magro ma si deve rimarcare il contributo fattivo ed economico delle associazioni che si sono autotassate con una cifra di circa 4mila e 500 euro per poter allestire un sito di enorme richiamo che si affaccia sulla via Cesare Battisti, al di sotto della caserma Zuccarello. Dal Lions Club “Messina Host” che con i suoi 3mila euro ha permesso di fabbricare e montare i due ingressi in ferro del sito archeologico che erano divelti, la sistemazione dei due muri esterni di facciata che accolgono i visitatori e l’impianto di illuminazione adeguato, del Liceo Artistico Statale “E. Basile” che ha dipinto sui due muri bianchi le decorazioni di due monete antiche di quell’epoca coordinati dalla preside, Giuseppina Prestipino e su input della professoressa Caltabiano, nonché Direttrice del dipartimento Numismatica dell’Università di Messina e poi diverse realtà corali del territorio che si sono spese nella manovalanza: dal Movimento “Vento dello Stretto” alle associazioni Atreju – La Compagnia degli Studenti”, “Fare Verde – Onlus”, “Amici del Museo”, “Compagnia Rinascimentale della Stella”.

Palazzo Zanca ha garantito la disponibilità dei mezzi dell’Autoparco comunale per poter caricare tutto il materiale da ripulire. In particolare, la funzionaria del dipartimento Manutenzione Immobili, Mariagrazia Gemelli, è stata la figura operativa nel coordinamento dei mezzi. Giovani e meno giovani, esperti di archeologia e meno esperti, sempre guidati dalla Sovrintendenza, hanno riempito molti di quei camioncini lavorando anche di sera. I reperti, durante le fasi di ripristino dell’Area antica, sono stati trasferiti a Villa De Pasquale.

Oggi, sulla scalinata che apre sulla Piazza antistante la Caserma Zuccarello, la Banda Meccanizzata della Brigata Aosta, con la sinergia del Generale Roberto Angius, ha suonato per l’inaugurazione dell’evento con tanto di Inno nazionale italiano.

E’ necessario focalizzare che il supporto del Liceo Basile è stato promosso dalla Ursino che, come per la Galleria Vittorio Emanuele II, ha inteso tramandare il messaggio di recupero di quest’opera a chi ne potrà essere erede morale, la voce del futuro.

L’accessibilità al sito sarà realizzabile, per la prima volta, dai fruitori e non come evento istituzionale di oggi il prossimo 24 giugno, in occasione della Notte Bianca per i festeggiamenti di Sant’Antonio e potrebbe essere gestita dalle stesse associazioni che hanno espresso la richiesta.

Ecco i nomi delle 56 persone delle varie associazioni che hanno consentito questa impresa di recupero, sono “stampati” sui pannelli didattici, curati anche dalla Direttrice dell’Unità di Archeologia della Sovrintendenza, Gabriella Tigano, e si meritano tantissimo di comparire:

Piero Adamo, Emanuele Annuario, Luca Biviano, Ivan Bombaci, Sara Bonanno, Noemi Bonasera, Giovanni Bonfiglio, Debora Buda, Giorgia Cafeo, Liana Cannata, Eugenio Caratozzolo, Andrea Carbone, Dario Carbone, Greta Crespo, Ferdinando Croce, Francesco Crocé, Carmelo De Leo, Daniele De Vincenzo, Antonino Dini, Armando Falliti, Andrea Fiore, Piero Gatto, Marzio Giacobbe, Donata Giglio, Nadia Giuffré, Dario Giuffrida, Graziano Giuffrida, Marco Grassi, Michela Magazzù, Maria Maggio, Nino Maisano, Emanuele Micalizzi, Marco Miano, Gaetano Molino, Santino Morabito, Mariano Morganti, Giada Oliveri, Claudio Paladino, Felice Panebianco, Alessio Pettinato, Salvatore Pintaudi, Alessia Pistone, Franz Riccobono, Ciccio Rizzo, Michele Rodi, Samuele Ruggeri, Andrea Salvo, Andrea Sottile, Francesco Tamburello, Giacomo Tomasello, Alessio Toscano Raffa, Daniele Travisano, Marina Trimarchi, Daniela Ursino, Marta Venuti e Maria Luisa Zangla.

Foto Rocco Papandrea