Tutta la comunità di Villagonia ha salutato il ritorno della amata statua di Sant’Antonio di Padova in una nicchia da dove potrà simbolicamente proteggere la frazione marina. Dopo poco meno di cinque anni di attesa si è concluso un iter al quale hanno partecipato tantissime persone. Come si ricorderà l’effigie del santo, tanto venerata anche dai tassisti di stanza alla stazione ferroviaria della frazione marina, è tornata ad essere ben visibile. Si è svolta, infatti, alla presenza del parroco della città del Centauro, Carmelo Lupò una sentitissima cerimonia, alla quale hanno preso parte gran parte di quanti si sono spesi per il ritorno in bella mostra della statua. Grande soddisfazione per il risultato raggiunto è stata espressa dallo storico gestore del bar della stazione, Sergio Micari, che ha ospitato la statua da quando è stata trasferita da una zona di pertinenza di un albergo in disuso, a seguito delle proteste dei proprietari. Come è noto è stata messa in atto una colletta per ripristinare la nicchia in cui si trovava la statua. Alla cerimonia erano presenti: Antonio D’Aveni (presidente del Consiglio comunale che ha seguito con particolare attenzione la vicenda), Turi Azzolina (bravo artista, autore di un pregevole restauro della statua), Simona Cozzo (delegato della frazione di Villagonia), rappresentanti della famiglia Scandurra e Previti (che si sono distinti per avere realizzato curatori lavori in ferro battuto a supporto della nicchia), Benedetto Trovato (che si è interessato delle opere murarie che hanno incastonato la nuova nicchia nel luogo prescelto) e Loris Ranieri (responsabile della sezione di Villagonia dei tassisti, che tiene moltissimo alla statua). Un’ iniziativa questa, alla quale ha conferito una notevole spinta culturale e politica lo storico, Franz Buda. Il progetto è stato curato, infine, dal geometra, Salvatore Sturiale. Al ritorno della statua hanno dato il loro apporto, infine, gli uffici del servizio turistico. Si è tenuto, dunque, un grande festeggiamento anche perché il Santo avrebbe protetto la frazione nel corso del bombardamento degli alleati del nove luglio del 1943. Quella effigie si trova lì da oltre ottant’anni, probabilmente, a seguito di un accordo, che si ricorda a memoria d’uomo, con la proprietà del terreno di allora. Adesso, dopo che la proprietà della struttura alberghiera non ha voluto più custodire la statua, è stata trovata, dopo tanta fatica ed anni di attesa, una sistemazione definitiva alla nicchia dell’amato Santo attorno al quale tutta la frazione si è raccolta. Mauro Romano