“L’approvvigionamento di acqua tramite la nave al molo Marconi è l’unico strumento che la Protezione civile regionale ci propone dall’ottobre 2015 nell’eventualità sprofonderemo nuovamente nell’emergenza idrica. Quindi ci toccherebbe sprofondare, secondo il direttore generale Foti, prima di ricevere una loro attenzione dal Dipartimento di tutela del territorio e ce lo dichiara con una nota di soli sette giorni fa. Intanto, la frana a Forza a D’Agrò è lì che ci guarda”. Questo è il commento sconcertato e rassegnato del presidente dell’Azienda Meridionale Acque, Leonardo Termini che, nella conferenza stampa di oggi nella sede di Ritiro, sull’emergenza estate, racconta di questa unica e solitaria risposta del funzionario regionale date lo scorso 21 giugno riguardante “un po’ lo scaricabarile” della criticità di Forza d’Agrò sempre sulla condotta Fiumefreddo. E’ necessario precisare che l’Amam ha trasmesso alla Regione il progetto esecutivo di questo intervento lo scorso 27 novembre, sollecitando una risposta a marzo e poi ancora ad aprile. L’Azienda dunque ha ottenuto un responso sulle sorti della Contrada Fondaco Parrino (quella chiamata appunto Forza d’Agrò) dalla Protezione Civile solo una settimana fa.
Il Direttore Generale Amam, Claudio Cipollini, basito, ci spiega i contenuti: “L’emergenza della località Fondaco Parrino non è inclusa nei fondi del Patto per il Sud, dice Foti, di conseguenza, dovremmo forse sbrigarcela da soli. Ma questo è solo lasciato intendere. Intanto, la nave da 6mila metri cubi è quanto la Protezione Civile ci mette a disposizione, in caso dovessimo affrontare un altro disastro come quello di un anno e mezzo fa. Peccato che il quantitativo di acqua sufficiente per rifornire tutto il territorio sia di 90mila metri cubi. Si calcola facilmente che ci vorrebbe la bellezza di quindici navi da 6mila metri cubi. La soluzione va pensata nell’aggiustamento del territorio, non quando questo sfascia. Noi possiamo arrivare alla gestione della criticità, in questo momento, con il razionamento dell’acqua che è già in vigore per la stagione estiva e poi con i lavori da eseguire a Calatabiano e Forza d’Agrò. Per la prima zona, aspettiamo la conclusione della messa in sicurezza della Protezione civile e contiamo possa essere metà luglio o a cavallo di fine luglio e primi di agosto. Per l’altra, abbiamo approntato un progetto di pronto intervento: se la frana dovesse venire giù, installeremo tubi di plastica flessibili e provvisori che abbiamo sistemato sul posto all’occorrenza”. Anche questa manovra, simile a quella di Calatabiano, ha un costo: 100mila euro.
Oggi stesso, i tecnici Amam si sono recati sul cantiere della collina franosa per effettuare un sopralluogo con la ditta di Clamar di Siracusa che si è aggiudicata l’appalto.
La Protezione civile sta ultimando i lavori della prima fase. L’Amam andrà poi a sostituire i quattro tubi di plastica da 700 l/sec e riportare quelli da 1000 l/sec. Questa operazione è stata finanziata con 120mila euro attraverso un pubblico incanto. Nella seconda fase che dovrebbe garantire il concreto e successivo intervento dell’Amam, si deve attendere l’ok dell’avvenuto consolidamento dell’area di smottamento. I lavori di Amam dureranno circa un mese, in modo da essere completati prima dell’autunno. Per Forza d’Agrò si tratta dell’avvicendamento di un solo tubo di 300 metri, solo dopo aver assestato la frana.
“Se scoppia un tubo da 200 in una qualunque zona della città – avverte Cipollini – il servizio di Telemetria ce lo mostra. Se avviene a Calatabiano è ben diverso. Noi stiamo cercando di programmare un Piano triennale e di verificare tutti i rischi. Interverremo in maniera prioritaria sugli impianti fognari del torrente Annunziata ma anche su Nasari, Giostra, Boccetta, San Licandro e Portalegni, poi su quelli di Santa Cecilia e sui depuratori di Mili e San Saba”.
Le tabelle dell’emergenza idrica estiva verranno mantenute in funzione del fatto che la condotta di Fiumefreddo eroga io 22% in meno dopo la famosa rottura. In particolare ci sono dei villaggi che avranno solamente tra le 5 e le 8 ore di acqua al giorno: per esempio, appena 5 ore per la via Olimpia e San Licandro basso dalle 6 alle 11 del mattino e per la zona Annunziata Alta Area università dalle 4 alle 9, ancora 6 ore per Annunziata dalla via Leonardi alla via Idelson, mentre 7 ore per San Licandro Alta dalle 5 alle 12; ancora, appena 7 ore in zone centralissime da via Santa Cecilia fino a viale Europa e da via Santa Cecilia a Via Nicola Fabrizi, via La Farina dalle 5 alle 13 e altrettante 7 ore per il centro nord Viale Boccetta, Viale Principe Umberto, Viale Regina Elena, Viale Regina Margherita e Litoranea fino a Pace.
Foto Rocco Papandrea