Lo strano balletto o forse meglio classificarlo come “tango” per i “momenti di passione” vissuti nella riconferma della nomina per il Direttore Generale dell’Azienda Papardo, Michele Vullo, si chiude ricapitolando con il “passo della proroga” fino ad agosto. Ma quello che c’è stato in quest’ultima ha il sapore di una soap opera, senza sotterfugi sentimentali ma di ovvia natura politica. Prima, la negazione di una continuità aziendale e con il rimpiazzo commissariale della funzionaria Di Liberti, poi con l’accreditamento dopo uno “pseudo sballottamento” al Policlinico, confutato dal Prorettore dell’Ateneo messinese. Oggi, lo stesso manager Vullo fa sapere che, sul sito dell’Azienda Ospedaliera a cui è a capo, è stato pubblicato il Bilancio di Esercizio 2016. I risultati conseguiti dovrebbero essere l’unità di misura per elaborare un giudizio sugli amministratori, secondo il dirigente. Uno su tutti l’accantonamento di risorse aggiuntive per investimenti da effettuare, nei prossimi anni, per oltre dieci milioni di euro.
“Il documento offre tutte le informazioni per una rappresentazione esaustiva dell’aspetto sanitario, gestionale ed economico – finanziario dell’Azienda – spiega Vullo mettendo nero su bianco -. L’idea di realizzarlo nasce dalla volontà della Direzione Strategica, volta al miglioramento dell’efficienza e dell’economicità dei servizi ma anche al recupero di un’immagine di solidità, correttezza ed affidabilità. Dalla lettura di questa relazione sulla gestione, emergerà la complessità che caratterizza la vita aziendale e la possibilità di verificare, nel triennio 2014-2016, gli obiettivi economici negoziati con l’Assessorato alla Salute. E’ stata l’attività manageriale a consentire di raggiungerli e di ottenere ulteriori risorse economiche che hanno portato a coprire costi generati negli anni precedenti”.
Il manager si augura che il lavoro realizzato possa essere utile a coloro che intendono valutare gli amministratori degli enti pubblici da ciò che è stato prodotto in positivo. “Per gli altri, i calunniatori di vecchia e nuova tacca l’appuntamento è nelle aule di un tribunale, unico luogo deputato dal nostro ordinamento a ricercare, nei limiti della condizione umana, la verità”.