Fortuna che era ottimista. Anche la scadenza del 30 non è stata rispettata dalla proprietà che avrebbe dovuto risollevare le sorti del Messina.
Continuare a nascondere i  guai non fa il bene della società peloritana che annaspa fra i problemi. Se è vero che Proto ha ripreso i contatti con la vecchia proprietà per chiedere aiuto (peraltro negato), allora siamo alla frutta.
L’ottimismo non deve lasciare spazio alla disperazione, ma a quattro giorni dalla ulteriore scadenza per la produzione della fidejussione (Proto diceva di averla pronta), non si possono fare salti di gioia. L’Acr dal 26 ha interrotto i canali della comunicazione, continua a perdere pezzi dopo le dimissioni del segretario che ha lasciato la società ieri mattina, per andare a Catania.
Non trapela nulla se non qualche dichiarazione ottimistica prontamente smentita dai fatti.
Il Messina sebbene abbia presentato la domanda di iscrizione non è detto che venga iscritto al prossimo campionato perché c’è da superare l’ostacolo della fidejusione. Pare che Proto abbia chiesto ad alcuni soci della precedente proprietà di provvedere a tale incombenza, ricevendo un diniego. Il problema quindi c’è e solo un miracolo, anzi un prestigio, può salvare il Messina dalle conseguenze che tutti possono immaginare. Se il 5, comunque, sarà prodotta la fidejussione poi ci sono da pagare gli stipendi, versare i contributi e produrre le liberatorie. Il nuovo problema, tuttavia, è rappresentato dallo stipendio di giugno che dovrà essere saldato dal momento che il Messina per la stagione appena conclusa non ha depositato una nuova fidejussione.
Entro l’11 tutta la documentazione dovrà essere prodotta altrimenti la Covisoc cancellerà con un colpo di spugna il Messina.
E mentre ci sono problemi insormontabili, non si parla di allenatore, calciatori e ritiro. Mentre i tifosi il loro dovere l’hanno fatto: gli abbonamenti sono stati quasi 1.500. A proposito perché il contatore non viene aggiornato?