Molto travagliata la decisione del consigliere comunale, Maurizio Rella, di dimettersi da Presidente della IV Commissione consiliare – Urbanistica. Una decisione preannunciata nel corso della seduta di commissione, svoltasi lo scorso 27 giugno e su cui l’esponente di Cambiamo Messina dal Basso ha fatto dietrofront per evitare un rallentamento dei lavori e altre perdite di tempo, malgrado lamenti condotte di altri colleghi che intralciano il suo ruolo.
“Dopo una lunga riflessione – fa sapere Rella -, ho ritenuto, per senso del dovere, di congelare questa decisione e tentare di espletare un ultimo tentativo, in ordine ad un argomento così importante per la città quale la variante generale al Prg, confidando nel buonsenso e nella assunzione di responsabilità dei componenti la Quarta Commissione”.
La prossima seduta sarà convocata per martedì prossimo con lo stesso punto all’odg.
Il consigliere spiega di aver raggiunto il punto di lasciare l’incarico della presidenza, a seguito degli atti di intemperanza che si sono registrati da parte di alcuni colleghi nei suoi confronti e di cui aveva avuto avvisaglie anche in sedute precedenti, in particolare durante lo svolgimento dei lavori di ben tre commissioni consecutive con all’ordine del giorno: variante Prg.
“Tali commissioni si effettuavano a porte chiuse con l’obbligo della riservatezza – racconta -, alla presenza del dirigente, dei funzionari e dell’assessore (assente solo all’ultima commissione del 26/06, come indicava una nota pervenuta), come prescritto dagli uffici della Regione siciliana e come veniva prescritto anche dall’ufficio della vice Presidenza generale con nota trasmessa in commissione. Già nelle due commissioni precedenti, i componenti e i capigruppo avevano espresso a più riprese le proprie argomentazioni che riguardavano la trattazione all’ordine del giorno: alcuni gruppi politici abbandonavano l’aula, alcuni manifestavano perplessità sulla riservatezza della seduta”.
“Per due sedute consecutive la trattazione della delibera veniva vanificata, nonostante facessi presente ripetutamente la nota del vice segretario generale Bruno, in merito all’ordine dei lavori e al regime di riservatezza a cui bisognava attenersi.
“Nella seduta del 26 giugno, ancora una volta convocata con le medesime modalità, evidenziavo la necessità di trattare l’argomento all’odg e invitavo i colleghi a rinunciare agli interventi a cui avevo dato largo spazio nelle sedute precedenti, chiedevo di dare la possibilità al dirigente e ai funzionari, intervenuti per l’ennesima volta, di parlare nel merito della questione. Nonostante i ripetuti inviti, i colleghi non rinunciavano alla parola, si è dunque dato luogo agli interventi dei componenti la commissione, finché alle ore 12,40 su richiesta di un capogruppo si verificava il numero legale che risultava insufficiente per proseguire i lavori. E’ stato messo in atto un atteggiamento ostruzionistico da parte di alcuni componenti e capigruppo. Per tre commissioni consecutive non si permette di discutere l’argomento all’odg che, nella fattispecie, concerne un tema di grande importanza per la città, il suo futuro, la sua pianificazione. Ritengo inaccettabili i toni usati da alcuni colleghi verso la Presidenza e la mia persona. Stigmatizzo la strumentalità con cui si reiterano argomentazioni dilatorie su questa problematica delicata”.