La deblattizzazione aveva, nei bei tempi passati, la media di circa 1000 interventi l’anno effettuati (in gran parte concentrati nella stagione estiva) e un servizio coperto con circa 500mila euro. Tutt’oggi quest’attività di massima igiene cittadina avrebbe un Piano comunale d’azione 2017 che dovrebbe sanificare, secondo le cifre pregresse, superfici varianti da 500 a 2000 metri quadri per ogni intervento. Invece, può disporre della somma di 9mila euro per il solo acquisto di materiale di consumo, intendendosi per esso i prodotti medicinali contro blatte, ratti, zecche e zanzare, n. 3 operai in età prossima alla pensione ed un solo mezzo meccanico impiegabile per gli interventi, con inevitabile necessità di manutenzione.
La “diagnosi dell’avaria sanitaria” nel Dipartimento Ambiente e Sanità è stata eseguita dal capogruppo alla Terza Circoscrizione di “Articolo Uno – Movimento Democratico e Progressista”, Santi Interdonato, unitamente ai consiglieri Antonino Sciutteri e Andrea Aliotta.
L’inconsistenza dell’operazione è palpabile, a fronte di una necessità 10 volte superiore.
“L’invasione di blatte in corso in gran parte del territorio comunale, sia nel centro come in periferia, non può passare inosservata perché conferma, qualora ce ne fosse bisogno, la pessima condizione igienica in cui versa la città nel suo complesso e come, evidentemente la governance del settore debba porsi degli interrogativi circa l’efficacia del proprio operato”.
I tre consiglieri circoscrizionali ritengono che il programma di deblattizzazione 2017 sia un vero flop e le ragioni sono note da molto tempo e tutte riconducibili ai fondi esigui stanziati per la copertura del servizio ed alla insufficienza in termini di risorse umane operative e di mezzi tecnici al fine di poter provvedere con efficacia e tempestività.
Per comprendere meglio Tra l’altro gli interventi larvicidi contro le zanzare devono essere effettuati di notte ed il personale interno contrattualmente presta servizio solo di giorno.
A gestire il tutto dal punto di vista amministrativo solo il funzionario, Vincenzo Palana, rimasto tra l’altro orfano del dirigente titolare, l’ingegnere Natale Castronovo, da tempo in malattia e di cui si sono perse le tracce.
Anche quest’ultimo aspetto ha la sua incidenza in negativo, visto che in questa fase caldissima svolge la funzione un dirigente “in prestito” da un altro dipartimento comunale il quale, forza cose, può offrire una disponibilità limitata.
Si tratta di elementi che palesano una sostanziale carenza complessiva cui, almeno per quanto concerne il personale Assessorato competente, Giunta e Direttore Generale, avrebbero dovuto far fronte da molto tempo.
Sotto altro profilo, per quanto riguarda la programmazione del piano di servizio e la conseguente esecuzione dello stesso pare che non possa celarsi come sia venuta a mancare la corretta collaborazione tra i diversi soggetti istituzionali a vario titolo coinvolti, i cui “tavoli tecnici” tenutisi nei mesi scorsi, pochi per la verità,non sono risultati granché produttivi.
È ciò che traspare tra le righe della recente Ordinanza n. 155/2017 emessa dal Dipartimento Ambiente e Sanità, recante per oggetto “Piano di deblattizzazione 2017 per la prevenzione dell’eccessiva diffusione delle blatte in ambiente urbano” ed avente come destinatari, unitamente a tutti i proprietari ed amministratori di condominio, Comando di Polizia Municipale, Dipartimento Manutenzione Stabili Comunali, Dipartimento Cimiteri e Verde Urbano, IACP di Messina, AMAM e Messinambiente.
Il contenuto dell’ordinanza emessa in capo ai suddetti soggetti suona più come un insieme di disposizioni utili a far sì che l’Amministrazione Comunale sia almeno formalmente in regola rispetto alla legge, ricordiamo che il Sindaco è la massima autorità in materia, anziché essere il punto di conclusione di un percorso in cui è chiamato a compiere gli interventi di deblattizzazione su immobili ed impianti di propria competenza, avendo quindi provveduto per tempo a stanziare un budget utile allo scopo.
“Pertanto – osserva il capogruppo Interdonato – appare veramente difficile che, per come prevede l’ordinanza, l’AMAM provveda ad “interventi preventivi di deblattizzazione e successivi controlli sistematici di ispezione della rete fognaria e/o di adduzione idrica”; che la Messinambiente appena prorogata effettui la pulizia dei cassonetti e bonifica dei punti di raccolta rsu; che lo Iacp compia interventi di deblattizzazione sulle aree ed immobili di propria competenza”.
A maggior ragione che tali interventi dovrebbero essere eseguiti entro 30 giorni dall’emissione dell’ordinanza, con cadenza bimestrale e sull’intero territorio comunale.
“Per quanto riguarda il Dipartimento Manutenzione Stabili Comunali, pare che il Dirigente si sia già espresso sull’impossibilità di adempiere alla disinfestazione e derattizzazione degli immobili di proprietà comunale per carenza di risorse finanziarie e, nel contempo, abbia già richiesto in via eccezionale un intervento per il Palacultura ed il Palazzo Weigert, rivolgendosi proprio allo stesso Dipartimento Ambiente e Sanità che, se provvederà, dovrà attingere proprio alle novemila euro disponibili. Insomma, la coperta è senz’altro corta, ma l’Ordinanza n. 155 più che un piano per la prevenzione rappresenta la classica foglia di fico per coprire le vergogne di un servizio molto scadente. In questa complessiva condizione, le blatte non potranno che proliferare e l’invasione continuare”.
Infine, appare opportuno farsi delle domande sulla politica che si intende adottare in materia anche a medio e lungo termine.
Ciò, in quanto dando un’occhiata all’allegato n. 3 del contratto di servizio tra il Comune di Messina e la Messina Servizi Bene Comune, recentemente approvato con estrema fatica dal Consiglio Comunale, la voce “disinfestazioni e derattizzazioni” risulta posta al n. 8) dei cosiddetti “Servizi a richiesta” – ovvero i servizi complementari alle attività di gestione dei rifiuti disciplinate dal D. Lgs. n. 152/2006, che il Comune si riserva di attivare nella quantità desiderata – e non tra i servizi base. È un qualcosa che certamente stranisce.
Forse, anche per il futuro bisognerebbe chiarire all’Amministrazione che le blatte “fanno schifo” un poco a chiunque e che una campagna di disinfestazione va gestita tempestivamente e con tutti i crismi partendo da un programmazione adeguata.