Sanità, il teatrino della nomina dei commissari

La vicenda dei commissari della Sanità la dice lunga sullo stato confusionale in cui versa il governo regionale e sulle faide che si sono aperte all’interno del Pd.
Lo stop richiesto dalla capogruppo dei Dem, Alice Anselmo, certifica come schegge impazzite della politica si siano messe al servizio dei manager con i contratti scaduti che ambiscono a prolungare la propria gestione presso la aziende sanitarie di riferimento. La Sanità siciliana di fatto è bloccata perché uno dei nove manager, ovvero Michele Vullo, rimarrebbe fuori, escluso dalla riconferma per motivi riconducibili anche ad un sistema di veti contrapposti.
Il rettore dell’Università di Messina ha infatti sbarrato la strada all’ex infermiere di Caltanissetta che stava carezzando il sogno di tornare al Policlinico. Sulla mancata nomina, comunque, gravano pesantemente le denunzie di Uil-Fpl Messina e di Anaao-Assomed regionale. Esposti che asseriscono come Vullo non abbia maturato i titoli, sebbene il diretto interessato dica di essere in possesso dei requisiti.
E mentre la magistratura sull’argomento “nicchia”, ecco piombare il capo dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone, il quale attraverso i suoi uffici si occuperà dell’argomento. Giova ricordare che l’Antimafia regionale ha aperto i riflettori sulla vicenda. Fatto sta comunque che l’operato della I Commissione parlamentare regionale è stato difeso dagli attacchi della Anselmo.
Cascio e Cordaro hanno detto testualmente: “Le procedure adottate per la trattazione dell’argomento commissari sono state regolari. La Anselmo non conosce evidentemente il regolamento”. La palla passerà adesso alla Giunta regionale.

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