Lume di candela o lampadine tascabili illuminano di notte alcune finestre dell’ex presidio ospedaliero “Regina Margherita”. Certamente, il fatto risulta, a dir poco, “sospetto” prima perché la seconda serata non è un orario che si addice a delle presenze in una struttura pubblica, poi perché sta accadendo anche oggi che, per di più, è sabato – un festivo. Per quattro sere consecutive, ribadiamo compresa stasera, a partire dalle ore 21:00 circa, fino alle 23:30, da ben tre finestre del secondo piano dell’edificio del viale della Libertà nella facciata retrostante, è stato possibile individuare e fotografare un chiarore che presuppone il “transito” di qualcuno. A restare incredulo per la visuale sconcertante è il consigliere della V Circoscrizione, Marcello Cannistraci, che ha potuto verificare ad una certa distanza (anche di sicurezza) l’illuminazione che dovrebbe essere estranea a dei locali adibiti a pratiche di ufficio.
Pensare al servizio di un custode o a dei vigilanti privati non spiegherebbe la comparsa delle luci in tre finestre contemporaneamente. Non vorremmo giustificare la presenza di lanterne o altro dispositivo illuminante con il “vagabondare di un fantasma” ma ci sembra doveroso segnalare che non si tratterebbe di uno scherzo ottico, bensì di qualcuno che potrebbe approfittare del calar della sera per introdursi in quel luogo e trovare riparo per il periodo notturno. Del resto, non sarebbe la prima volta che l’ex nosocomio venga utilizzato per scopi di “soggiorno alternativo”, magari da soggetti senza tetto.
All’epoca di questa scoperta, avevano popolato quantomeno solo il pian terreno, attrezzandosi con il necessario per il loro “bonario stazionamento”. Noi vorremmo limitarci, per il momento, a restare nel campo delle ipotesi. Il compito di vigilare spetta ad altre categorie professionali, come le Forze dell’Ordine. E’ evidente che, nel caso del consigliere Cannistraci, si può parlare di un rappresentante delle istituzioni che vorrebbe non dover assistere ad “eventuali occupazioni abusive” in un plesso che ospita attività sanitarie ed amministrative.
Insomma, se qualcuno si aggira nell’ex ospedale che, peraltro, deve convertirsi in “Cittadella della Cultura” da correlare al Museo Interdisciplinare Regionale adiacente, crediamo sia conveniente accertarsi di quello che succede realmente in una sede che, comunque, non sembra controllata adeguatamente ed illuminata (se non da luci “non ben identificate”).