La Direzione investigativa antimafia di Messina, supportata dal Centro operativo di Catania, ha sequestrato beni per un valore complessivo di 3 milioni e mezzo di euro nei confronti di un noto imprenditore di Sant’Agata di Militello, operante nel settore del movimento terra e della produzione del calcestruzzo e ritenuto vicino alla “famiglia di Mistretta”.
Il provvedimento ha riguardato beni riconducibili all’imprenditore Antonio Smiriglia, originario di Sant’Agata di Militello e legato alla “famiglia mafiosa di Mistretta”, il cui esponente di vertice era l’ormai deceduto Sebastiano Rampulla, rappresentante di Cosa Nostra per l’intera provincia di Messina e fratello di Pietro, quest’ultimo condannato all’ergastolo dalla Corte di Assise d’Appello di Caltanissetta poiché ritenuto “l’artificiere” della strage di Capaci.
Antonino Smiriglia non ha mai subito provvedimenti di condanna per reati associativi o connessi agli ambienti della criminalita’ organizzata. Cio’ nonostante, secondo gli inquirenti, sarebbe “concretamente legato” alle cosche attive prevalentemente nell’area nebroidea e barcellonese, ed in particolare alla “famiglia di Mistretta” influente lungo la fascia costiera tirrenica. In forza di tali legami affaristici avrebbe ottenuto, attraverso le sue imprese, commesse pubbliche i cui introiti, avrebbero, in parte, rimpinguato le tasche di Cosa nostra.
Dagli investigatori è stato documentato come sia stato sempre vicino a contesti criminali associativi partecipando, anche direttamente, a summit mafiosi, “essendo – di fatto – un riferimento importante per diverse consorterie criminali espressioni locali messinesi di Cosa nostra”.