Authority dello Stretto, dal Vascone si leva il grido di conquista per servizi porto

Redazione1

Authority dello Stretto, dal Vascone si leva il grido di conquista per servizi porto

mercoledì 02 Agosto 2017 - 17:09

Le danze si aprono con un foglio bianco alla ricerca serena e, allo stesso tempo, spasmodica per la consistente conquista da compiere: la sedicesima Autorità Portuale di Sistema dell’Area Integrata dello Stretto capace di aggregare le piattaforme di Messina, Tremestieri, Milazzo, Reggio Calabria e Villa San Giovanni.

Il primo appuntamento che vuole attirare a sé la società è scoccato questa mattina, al mercato “Vascone”, un luogo che sicuramente accentra un gran bacino di utenti a cui poter promuovere la petizione popolare per ottenere una creatura aggiuntiva alle 15 già costituite dal Decreto Legislativo n° 169.

A sensibilizzare l’iniziativa, lanciata nei giorni scorsi, le Federazioni di Sicilia e Calabria della Fast Confsal e l’Ugl.

“Siamo convinti e determinanti nella fondatezza della nostra proposta e ringraziamo tutti coloro che con convinzione la sosterranno – dice Nino Di Mento della Fast Confsal Sicilia -. Puntiamo ad un grande risultato collettivo per Messina e per tutta l’area dello Stretto che, merita una volta per tutte, il giusto e sacrosanto riconoscimento.Non abbiamo mai creduto nell’autonomia né gestionale né economica di quest’area, all’interno del raggruppamento, previsto dal Decreto Legislativo con Gioia Tauro, poiché tecnicamente non conforme”.

“Per questo abbiamo immaginato, coerentemente fin dalla prima ora, nell’ottica di un ridimensionameto da 24 a 15 Authority, un’Autorità di Sistema, la 16ma appunto, specifica ed appropriata per lo Stretto di Messina ed i suoi porti, unica, vera e propria strada percorribile in cui crediamo fermamente.

Di Mento spiega che la proposta che viene, da oggi portata all’attenzione delle Città dello Stretto, non dichiara guerra a nessuno, né tantomeno vuole creare falsi campanilismi che non sono mai esistiti. “Gioia Tauro non è il problema, al di là delle cose che sono state dette, il problema è l’anomalia di una sorta di ammucchiata fatta in modo superficiale e senza senso. Gioia Tauro ha una tipologia di portualità con caratteristiche diverse dalle nostre realtà”.

Anche se si era già compreso, da tempo ormai che, questo Porto non è mai stato il primo pensiero della politica, inspiegabilmente escluso dalla “Via della Seta”, accordo con le autorità Cinesi, i quali avevano in passato mostrato il loro interesse verso quest’area del Mediterraneo con l’insediamento del porto di Pireo (Grecia) che, però non ha le caratteristiche tecnico-logistiche di quello di Gioia Tauro. Quella sarebbe stata l’occasione per contrattare non solo l’uso del Porto, ma anche lo sviluppo di quelle aree retrostanti industriali e collegamenti che, sono poco più di un deserto disastrato abbandonato a se stesso.

“Infine, il nostro pensiero la nostra solidarietà, per quello che può valere, va ai 377 terminalisti licenziati qualche mese fa proprio nel porto di Gioia Tauro, personale che dovrebbe essere ricollocato a lavoro attraverso l’Agenzia istituita appositamente dal Governo, e dove ci domandiamo, in quali attività? Da qui il l’accorato appello di sensibilizzazione popolare nei confronti del Governo, al fine di rivedere al più presto e modificare con più responsabilità il Decreto Legislativo del 4 agosto 2016 n° 169, inerente la riorganizzazione dei Porti Italiani”.