Ha lasciato Messina nel 2002 appena maggiorenne – con destinazione Voghera – dopo l’esordio in Serie C/1 con l’Atletico Catania (allenatore Pietro Paolo Virdis) , cui era stato ceduto dal Camaro, per fare ritorno sullo Stretto proprio qualche mese addietro, all’età di 33 anni, dopo tre lustri da emigrante del calcio al Nord Italia. In questo lasso di tempo, caratterizzato da un autentico “tour” tra Lombardia, Piemonte e Liguria, Antonino Fonti – per tutti “Ninuzzu” – ha messo sù famiglia e fatto il calciatore a tempo pieno, accumulando una buona carriera tra Legapro, Serie D ed Eccellenza.
Adesso il centrocampista peloritano si sente tutt’altro che appagato sul piano calcistico e, per rimettersi in discussione, ha accettato la proposta del suo amico – nonché ex compagno di squadra – Raimondo Mortelliti, attuale “diesse” del Pistunina (un altro grande estimatore di Fonti era, ed è, Gaetano Accetta, il mister che li ha fatto muovere i primi passi). “Anche se i miei figli risiedono a Trento, la mia città mi mancava e perciò sono tornato da qualche mese. Raimondo mi ha voluto per aiutare il gruppo e soprattutto i più giovani con la mia esperienza. Mi ritrovo, quindi, a fare il “nonnetto” della situazione e perciò spero di essere arrivato in una società con un futuro. A quasi 34 anni (li festeggerà il prossimo 14 ottobre, ndr) ho ancora voglia di calcio e tanta fame da trasmettere. Mi definisco un rompiscatole perché pretendo sempre il massimo da me stesso, prima ancora che dai miei compagni. Si può anche uscire sconfitti dal campo, ma l’importante è dare sempre tutto. Credo di essere stato sempre un lottatore che non si tira mai indietro“.
Il desiderio di aiutare i compagni meno esperti ricorre continuamente nei suoi discorsi: “Vorrei far capire ai più giovani – spiega Fonti – che l’Eccellenza è un punto di partenza, non di arrivo. Ne ho visti tanti con potenzialità, ma che troppo presto si sono sentiti arrivati. Sono sempre stato un punto di riferimento sia sul campo che fuori, dando sempre tutto – e anche di più – per la maglia che indossa. Non mi sono mai accontentato, sicuramente in me troveranno un punto fermo su cui poter contare“.
Ma ricapitoliamo, in conclusione, qual è stata la sua carriera a partire dal 2002 al Nord, dopo le esperienze con Camaro, Atletico Catania e Real Messina: intanto tre stagioni di fila in Lombardia (dal 2002 al 2005) a Voghera in Legapro; un biennio in Piemonte, al Derthona, in Serie D; poi di nuovo in Legapro ma stavolta in Liguria, al Savona (2007/08), quindi Sanremese (2008/09), e successiamente ritorno definitivo in Lombardia, ad Ossona (2009-11, con 50 reti personali all’attivo e targa di ringraziamento da parte della propria società); Sacconago (2011/12); Vittuone (2012/13), Bareggio (2013/15) e infine, dopo un infortunio, Cisliano (2015/16). In tutto dovrebbero essere 4 campionati in Legapro, 7 anni in Serie D (con 2 tornei vinti) e i rimanenti tre (tutti con salto di categoria) in Eccellenza.
Fonti si ritiene soddisfatto della predetta carriera: “E’ andata esattamente come doveva andare, in quanto ritengo di aver ottenuto quanto meritavo“. Nessun rimpianto da parte sua, sebbene ci sia mancato poco che la sua strada s’incrociasse con quella dell’attuale allenatore della Juve, Max Allegri: “Nel 2006 il presidente dell’Aglianese, allora in C/2, mi fece un’offerta proprio nell’estate in cui aveva scelto per la panchina proprio Allegri, all’esordio assoluto come allenatore. Io, però, stavo bene al Derthona che, sebbene in Serie D, mi garantiva un ingaggio superiore a quello dell’Aglianese...”.
Nino Fonti col Pistunina (Foto Roberto Santoro)