Mentre incombe lo spettro più che concreto del fallimento di MessinAmbiente, con la sentenza attesa per il prossimo 15 settembre, l’Amministrazione comunale naviga pericolosamente a vista operando come se non esistesse una legge regionale che impone il sistema delle SRR, mentre ad oggi, a poche settimane dalla sentenza che potrebbe sancire il fallimento di MessinAmbiente, in Consiglio comunale è ancora in alto mare l’iter delle delibere di giunta che dovrebbero impegnare 30 milioni di euro a copertura del piano concordatario.
“Sancire in maniera chiara e definitiva in un contesto di regole certe – chiedono Ivan Tripodi segretario generale Uil Messina e Michele Barresi e Silvio Lasagni segretari della Uiltrasporti – quale sarà la strada che l’Amministrazione comunale e la nuova MessinaServizi Bene Comune intendono seguire per il passaggio dei lavoratori di Ato3 e MessinAmbiente alla società nata per raccogliere il testimone delle due partecipate in liquidazione e dare certezza del futuro del servizio di raccolta all’utenza in discontinuità con gli errori del passato”.
L’orientamento è quello del trasferimento diretto secondo l’art. 6 del Contratto collettivo nazionale, adesso toccherà a MessinaServizi stilare il documento finale con la proposta che i sindacati dovranno sottoscrivere, la Uil e la Uiltrasporti però “chiedono di approfondire con attenzione tutti i passaggi perché il quadro normativo dentro cui ci si muove è complicato dunque serve massima chiarezza.
L’obiettivo principale è la sicurezza dei lavoratori e la salvaguardia di tutti i diritti contrattuali, oltre che naturalmente dei posti di lavoro, pertanto dichiara la Uil , ci siamo riservati di visionare il documento che proporrà MessinaServizi anche in virtù di alcuni passaggi che riteniamo utile approfondire ulteriormente.
Resta aperta ed irrisolta la questione SRR e nessuno – secondo il sindacato – fino ad oggi, ha saputo sciogliere i dubbi sull’eventuale passaggio dei lavoratori all’interno del bacino SRR. Sarebbe questa la strada segnata dalla Legge regionale 9 del 2010, la normativa regionale imporrebbe questo iter, peraltro già applicato per altri lavoratori provenienti per esempio dall’Ato2.
Cosa comporterebbe l’eventuale transito in SRR? E, bypassando la legge regionale, si potrebbe andare incontro a contenziosi che penalizzerebbero i lavoratori? A queste domande il sindacato pretende risposte formali per evitare pericolosi salti nel buio .
E’ vero che il Comune di Messina si è dotato di un Piano Aro che consente di programmare la gestione in autonomia, ma è anche vero che c’è una legge regionale che, seppur non ancora compiutamente applicata, stabilisce competenze e ambiti di intervento.
Riteniamo – continua la Uil Messina – che la questione debba necessariamente spostarsi sui tavoli della Direzione territoriale del Lavoro per fare un’analisi completa del quadro normativo con tutti gli attori impegnati in questo tortuoso iter: Comune di Messina, MessinaServizi Bene Comune, SRR, Ato3, MessinAmbiente e sindacati.
Non siamo contrari a nessuna delle ipotesi finora prospettate per il bene dei lavoratori – dichiarano i sindacalisti – ma non vogliamo che si agisca in fretta e senza vagliare ogni aspetto. In ballo c’è il futuro occupazionale di quasi 600 dipendenti tra Ato3 e MessinAmbiente, se si guarda alla SRR si aggiungono anche i dipendenti del settore di tutta la provincia di Messina, quindi è urgente mettere in chiaro i pro e i contro di ogni soluzione percorribile, soprattutto per mettere al riparo i lavoratori e la nascente società da possibili contenziosi anche con la Regione.
Sarebbe importante attivare al più presto questo tavolo presso la Direzione Territoriale del Lavoro anche in vista della data dell’udienza fissata dal Tribunale per il fallimento di Messinambiente. ??Il 15 settembre si dovrebbe sapere cosa ne sarà della società che ancora oggi gestisce i servizi di igiene ambientale e sappiamo bene che il destino di MessinaServizi Bene Comune è inevitabilmente legato alle sorti di MessinAmbiente.
Se la società verrà dichiarata fallita sarà tutto nelle mani del giudice fallimentare, se verrà accolto il piano concordatario si dovranno seguire le tappe fissate che prevedono la continuità aziendale attraverso il trasferimento del ramo d’azienda da MessinAmbiente a MessinaServizi e anche qui la Uil Messina però lancia l’allarme: “Ad oggi non c’è nessuna notizia dell’approvazione in consiglio comunale delle delibere di giunta che impegnano i 30 milioni di euro a copertura del piano concordatario e l’iter sembra in alto mare , dunque anche su questo fronte resta tutto nell’ambito delle ipotesi”.
Per questo è urgente non continuare ad attendere e avere subito le risposte che servono. Sono già trascorsi sei mesi dalla costituzione della MessinaServizi Bene Comune e quasi un mese dalla firma del contratto di servizio che di fatto l’ha formalmente avviata e secondo la Uil ci sono ancora troppi nodi salienti da sciogliere. Il trasferimento del personale è sicuramente il passaggio più delicato e per questo – concludono Tripodi , Barresi e Lasagni – chiediamo che sia fatto nella massima chiarezza e nella tutela presente e futura di tutti i lavoratori”.