“L’istituzione della Città Metropolitana è stata, negli ultimi decenni, la conquista più importante per il nostro territorio. Una conquista, di cui ancora non si è ben compresa l’importanza, ma che ha già dato risultati incontrovertibili”. Lo afferma il coordinatore di LaborMetro, Michele Bisignano, riferendosi alle opportunità di sviluppo territoriale che ha avuto l’ex Provincia di Messina attraverso l’erogazione di numerosi finanziamenti dallo Stato, il tutto grazie al nuovo status di Città Metropolitana di cui gode: “È proprio lo status di Città Metropolitana che ha consentito nell’ottobre del 2016 la sigla del Patto per lo Sviluppo con il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Un Master Plan che prevede interventi spalmati in più anni per circa 777 milioni di euro per una serie di settori importanti per tutto il territorio provinciale, quali le infrastrutture ed i trasporti, lo sviluppo economico e produttivo, il turismo e la Cultura e l’Ambiente”. Ma i vantaggi non si fermerebbero soltanto sotto un profilo prettamente finanziario: “Così come è stato proprio lo status di Città Metropolitana che ha consentito alla Camera di Commercio di Messina di mantenere la propria autonomia, ed evitare l’accorpamento con altre realtà”.
Una conquista tutt’altro che semplice da ottenere: “Tale conquista è stata ottenuta grazie agli imput di poche realtà sociali locali seguiti da una forte iniziativa politica portata avanti, soprattutto, dal Presidente dell’Ars, nel momento in cui si ipotizzava che venissero individuate come Città Metropolitane Palermo e Catania, od addirittura solo Palermo, con la contestuale esclusione di Messina dalla prima versione dei Patti per il Sud.
Ma tale conquista non può essere svilita ed annullata da chi pensa di gestire la Città Metropolitana come una azienda – afferma poi Bisignano, riferendosi chiaramente al recente avvio dell’iter di dissesto finanziario per la Città Metropolitana di Messina da parte del Commissario Filippo Romano – senza tenere presente che Città Metropolitana significa territori, identità, cultura, storia e forse l’unica prospettiva seria di sviluppo per una realtà di 670.000 abitanti”.
In riferimento al delicato tema del recente dissesto finanziario, Bisignano prosegue: “Non è comprensibile quindi il perché si voglia accelerare una procedura di Dissesto in pieno Agosto, che avrà conseguenze pesantissime sul futuro dei dipendenti dell’Ente e sui cittadini e i Comuni della provincia, pur dichiarando che l’Ente non versa in condizioni disastrose data l’assenza di pregressi indebitamento, debiti fuori bilancio e disavanzo, senza attendere la scadenza prevista dalla normativa per l’approvazione dei bilanci comprese eventuali proroghe, e l’eventuale nomina di un Commissario ad Acta.
Ma non si comprende soprattutto perché, dato che questo elemento del prelievo forzoso riguarda tutte le nove ex province siciliane, le procedure per il dissesto sono state avviate solo per la Città Metropolitana di Messina, invece di promuovere una serie di azioni comuni di tutti gli Enti intermedi siciliani. Ed è emblematico il caso della ex Provincia di Siracusa, dove non vengono pagati da parecchi mesi gli stipendi e non di riesce a far fronte ai creditori e ai fornitori (situazione ben nota al Commissario Straordinario della Città Metropolitana di Messina perché proprio in quella Provincia svolge il ruolo di Vice Prefetto Vicario)”.
Le critiche non risparmiano neanche nei confronti dell’attuale sindaco metropolitano, Renato Accorinti: “Ma ci chiediamo ancora come il sindaco della città metropolitana pensi di coniugare la sua volontà di dare seguito con un atteggiamento notarile all’atto di indirizzo del commissario facente funzione del Consiglio metropolitano con l’impegno assunto nel ottobre del 2016 di assicurare il pieno conseguimento degli obiettivi del patto per lo sviluppo inclusi quelli di spesa”.