“Per quanto riguarda l’incarico presso l’A.O. Santobono-Pausilipon, il dottor Vullo dichiara in maniera generica di essere stato dirigente dal 15/02/2002, pertanto non è stato possibile effettuare alcuna valutazione”. E’ quanto scrive il capo della segretaria tecnica dell’assessorato alla Salute Pubblica, Rita Patti, a proposito della valutazione dei titoli del neo commissario del Policlinico di Messina.
Un elemento non di poco conto se si considera che il manager di Caltanissetta ha “costruito” la sua carriera da manager partendo proprio dalla sua “collaborazione” con l’azienda campana. Egli stesso indica nel suo curriculum di essere stato direttore di Struttura complessa, ma all’assessorato non avrebbe prodotto la documentazione originale come peraltro si evince dalla relazione tecnica che accompagna il decreto di nomina a commissario straordinario del Policlinico.
Michele Vullo, da quanto si evince dalla delibera che ha dato il via libera alla sua nomina, non avrebbe quindi prodotto la documentazione originale attestante la direzione di una Strutta complessa alla Santobono di Napoli.
E proprio su questo punto Uil-Fpl e Anaao-Assomed hanno portato avanti una lunga battaglia sostenendo che il manager non avesse i titoli. La relazione tecnica della Patti si conclude con la “promozione” di Vullo avendo ricoperto incarichi dirigenziali secondo quanto previsto dalla legge cumulando i contratti di direzione fra l’agenzia Lazio Sanità e il Policlinico di Messina.
Ma per essere inserito negli elenchi dei direttori amministrativi (quindi essere assunto dal Policlinico a Messina), Vullo aveva maturato gli anni necessari? E’ questo il nodo attorno al quale ruota la vicenda che ha portato l’ex infermiere a sporgere numerose anche contro giornali (tutte archiviate).
La matassa comunque la dovrà dipanare il prossimo governo quando la questione sarò posta all’attenzione del nuovo assessore su sollecitazione dei sindacati.
Caso-Vullo: la partita non è ancora chiusa
martedì 05 Settembre 2017 - 10:16