Gli alfaniani smaniosi di trovare l’intesa col centro-destra perché sentono il profumo di vittoria di Nello Musumeci, stanno agitando le acque di una coalizione che sembrava avesse trovato la quadra.
L’accordo sul nome del candidato presidente della coalizione di fatto ha spianato la strada verso il successo, a sentire i sondaggi.
Oggi, invece, i possibili ingressi degli alfaniani, guidati da Cascio, stanno creando molto scompiglio. A Messina, da giorni, dopo la notizia che dava Nino Germanà diretto verso Forza Italia, sono tornati a spirare venti di fronda all’interno del partito di Berlusconi.
La lista era stata chiusa con abbondante anticipo e, a detta di molti, sarebbe una delle più forti della Sicilia avendo pezzi da “novanta” come gli uscenti Santi Formica e Bernadette Grasso, o gli esordienti Tommaso Calderone e Luigi Genovese: tutti candidati che viaggiano intorno alle diecimila preferenze e che, in una ipotetica corsa, fatti i dovuti distinguo, se la giocano ad armi pari.
Le velleità di Germanà, smanioso di tornare alla casa in cui è cresciuto politicamente, hanno scatenato le rabbiose reazioni dei candidati in pectore.
Santi Formica non ha usato mezzi termini minacciando il suo abbandono della lista per approdare a quella del presidente, mentre altri hanno manifestato la propria contrarietà direttamente a Gianfranco Miccichè. E se ieri era data per scontata la candidatura di Germanà con Forza Italia, oggi le sue quotazioni sono scese sensibilmente.
Fonti palermitane riferiscono che gli ex alfaniani pare abbiano deciso di “armare” una lista per tentare di rimanere a galla, appoggiando il centro-sinistra. Le porte girevoli comunque rimangono in movimento e non è da escludere che possa accadere anche l’imponderabile. E se a Ragusa i vertici di Forza Italia hanno rassegnato le dimissioni in massa, non è escluso che a Messina possa accadere qualcosa del genere con possibili clamorosi abbandoni. Se ciò accadesse, le quotazioni del candidato presidente con le liste collegate salirebbero a scapito di Forza Italia.
Insomma, gli equilibri politici sono in bilico. Se il partito di Silvio Berlusconi dovesse, come pare, chiudere a Germanà, non è escluso che il deputato regionale uscente possa trovare casa in Cantiere Popolare, ma anche in questo caso è pronta la sommossa.
Lo stesso dicasi per l’Udc e tutte le altre liste che sostengono la coalizione. La strada per il deputato di Brolo si fa davvero in salita.
Regionali, la coalizione di centro-destra in rivolta. Nessuno vuole Nino Germanà
giovedì 07 Settembre 2017 - 00:01