Il deputato siciliano Germanà, “Ninetto” come vezzeggiativo usato dal Presidente emerito del Senato e senatore di Forza Italia Renato Schifani, “ritorna a casa”. Ma è proprio lui, la parte in causa, che sente “l’accoglienza dei vertici del partito con affetto” e che ha inaugurato questa sera la campagna elettorale per la corsa all’Ars nel suo nuovo Quartier generale, ad angolo di Piazza Cairoli.
“Nessun problema con la mia candidatura, nessun qui pro quo – tiene a precisare Germanà alla nostra domanda su una sua eventuale diatriba iniziale -. Lo considero un ritorno a casa a braccia aperte. Già per me quella parentesi che mi ha visto militare per due anni nel Nuovo Centrodestra è stata cancellata. L’ho mentalmente rimossa anche se avevo aderito convintamente. Non rinnego quello che ho fatto ma la mia ex fazione ha cambiato oggetto sociale, si è spostata a sinistra al contrario della mia storia personale che è stata delineata nel 2008 dalla candidatura alla Camera e nel 2012 candidato alle Regionali con Musumeci sempre nel Pdl”.
Mi auguro solo politicamente. Quelli personali sono un caso a parte, un’altra cosa.
-Ritiene che la coalizione del Centrodestra sia davvero compatta?
Sta accadendo per noi adesso quello che è accaduto 5 anni fa per gli altri e che ha consentito l’ascesa di Crocetta nel Centrosinistra. C’è un Centrodestra unito e compatto con due spaccature nel Centrosinistra e un candidato dell’estrema Sinistra cioè Fava che in base ai sondaggi è in vantaggio rispetto a Micari, appoggiato dal partito più massiccio degli avversari – il Pd e gli altri alleati.
-La lista di Fi avrà delle sorprese?
La lista è, in linea di massima, quasi completa, è fortissima a Messina. Credo che in questo contesto sia una delle più forti di tutte le province.
-Nessun pentimento/rimpianto di questo cambio di casacca?
Assolutamente no, sono felice di essere tornato a casa.
“Il caso del sindaco di Bagheria è simbolico – prosegue Shifani –. Avrebbe dovuto autosospendersi piuttosto che subire l’obbligo di firma. Io sono un avvocato, un garantista. Ma quando succedono episodi come quelli della Raggi a Roma o delle Regionarie che vengono bloccate dal Tribunale perché non sono state svolte regolarmente, ci rendiamo conto che questo è un partito di pancia, di protesta ma non è un partito che ha delle regole e che può governare la Sicilia. Noi torneremo a farlo e la prima cosa che faremo è riprendere ad occuparci del progetto Ponte sullo Stretto”.
“E’ inaudito che quando noi eravamo al Governo – chiosa il senatore riconvertito forzista da un anno – si era tanto lavorato, si era approvato il progetto di massima, si era costituita la società ‘Ponte sullo Stretto’, erano stati nominati il direttore e l’amministratore delegato, si erano stanziate delle somme, il progetto era quasi ultimato ma Prodi ha depennato tutto in due consigli di ministri. Io da siciliano, da palermitano, non capisco perché si debba ancora cincischiare su questa tema perché è indispensabile per i nostri figli, per lo sviluppo del Sud, al di là dell’ambientalismo e del naturalismo”.
In prima fila nel Comitato Fì di Germanà, i consiglieri comunali Daniela Faranda e Nicola Crisafi ma presenti anche i colleghi Nicola Cucinotta e Daniele Zuccarello, molto vicini al deputato. Anzi, Cucinotta svela il suo prossimo transito nel Gruppo Misto da lunedì 25.