Confermata anche in Appello la condanna all’ergastolo per Faouzi Dridi, tunisino che ammazzò la moglie colpendola con un bastone al culmine di un litigio, il 4 settembre 2015, a Messina. Omayma Benghaloum, 33 anni lavorava come mediatrice culturale ed era madre di quattro bambine.
La Corte d’Assise d’Appello di Messina, dopo circa due ore di camera di consiglio, ha deciso di confermare il carcere a vita per l’uomo cosi’ come era stato chiesto anche dal sostituto procuratore generale Felice Lima. L’omicidio si verificò a Sperone, dove la coppia viveva insieme alle loro bambine.
Conoscendo il francese e l’arabo, Omayma da circa un mese collaborava con la Questura in occasione degli sbarchi di migranti. Anche l’ultimo giorno della sua vita aveva lavorato fino a notte fonda per l’arrivo in porto di una nave con circa 800 migranti. Tornata a casa, come ricostruito dagli investigatori della Squadra mobile, ci sarebbe stata una lite con il marito che da tempo stava maturando l’idea di tornare in Tunisia. Omayma invece si era rifiutata.
Al culmine del litigio, il tunisino avrebbe afferrato un bastone scagliandosi contro la moglie. All’alba, l’uomo confessò l’uccisione agli agenti del Commissariato Messina Nord.