Armao: "Def Regione è al limite del ridicolo. L'eredità del Pd è questa"

Redazione

Armao: "Def Regione è al limite del ridicolo. L'eredità del Pd è questa"

giovedì 19 Ottobre 2017 - 18:56

“Mentre a Roma si prepara la legge di bilancio e in Europa si guarda con attenzione all’andamento dell’economia, in Sicilia pare che non ci sia alcuna questione di rilievo”.

Ne è convinto Gaetano Armao, vicepresidente designato della Regione Siciliana dalla coalizione del centrodestra e leader del Movimento dei SicilianIndignati.

“Il DEF approvato dal Governo a trazione PD – ha aggiunto Armao – come sostenuto anche dalla stampa è al limite del ridicolo: tabelle richiamate che non ci sono, errori… tutto questo quando la Regione Siciliana è in gravi difficoltà finanziarie. Eppure l’assessore Baccei sostiene, dimenticando le vicende senza precedenti sul rendiconto, che la situazione sia in equilibrio tanto che il candidato del centrosinistra lo ha riproposto in caso di vittoria il prossimo 5 novembre”.

“L’Assessore all’economia ha preannunciato – ha spiegato il leader dei SicilianIndignati – un DDL di Finanziaria nel quale diminuiscono le entrate, crescono le spese e si prevede un abbattimento delle imposte dal 2018. Una finanziaria di bengodi forgiata sul rispetto degli accordi stipulati tra il governo Crocetta e Roma. Accordi che, in caso di successo del centrodestra, dovranno essere ridiscussi, riaprendo un negoziato con lo Stato. Ciò perché quel patto è stato insulso, ha tolto alla Sicilia almeno 5 miliardi di euro; lo stesso Stato che ne dà all’Isola 1,4 mld di € senza tenere conto che dal 2012 al 2017 il nostro contributo al risanamento della finanza pubblica è raddoppiato e che quest’anno ne dovremo riversare 1,3 mld di €. Insomma il gioco delle tre carte. Questa somma (che non ci sarebbe stata), quindi, servirà a pagare l’obolo che la Sicilia (il più alto tra le Regioni)  deve allo Stato. Una pura operazione contabile che non dà nulla ai siciliani. Questa è l’eredità che sta lasciando il governo del Pd a chi vincerà le elezioni”.