Impresentabili, De Luca: Ho figlio di 13 anni e non posso candidarlo. Manderò ai cittadini mia fedina penale pulita

“Il 67% degli Italiani non ha fiducia nella giustizia. Gran parte della magistratura ha rappresentanti politicizzati. Se la lista degli impresentabili venisse da magistrati competenti, con un contesto giudiziario diverso, ci fideremmo di più delle sentenze. Sono molto affezionato alla Costituzione con presunzione di non colpevolezza fino a quando non c’è il giudizio finale. L’ultimo arrivato non può compilare l’elenco di chi ritiene impresentabile. Non ne ha le basi. L’incandidabilità è un concetto differente. Le leggi si fanno per servire l’amico, non per tutelare l’interesse. L’Istituto della Riabilitazione si usa per annullare l’incandidabilità. Il controllo di incandidabilità si attua dopo l’elezione ed ecco che si approda al guazzabuglio che rende il candidato ineleggibile”. A precisarlo è il prof. Carlo Taormina, presente e invitato all’incontro al Teatro Vittorio Emanuele per il candidato all’Ars e alle Amministrative 2018, Cateno De Luca. “La Commissione Antimafia si fa la sua impresentabilità, i partiti e i movimenti la propria” – chiosa l’accreditato avvocato.

“Occhio non vede e cuore non duole”. Un detto molto conosciuto in Sicilia, secondo De Luca, che ha presentato altri tre assessori della sua papabile Giunta municipale, dopo i due nominati nel giro di una settimana, Massimo Minutoli e Musolino. Loro sono il responsabile marketing di una multinazionale che opera tra Sicilia e Calabria Salvatore Curtò, l’architetto Salvatore Mondello e il Coordinatore del Movimento Riabilitiamo Messina, Antonio Briguglio.

“Mi sono guadagnato tutto quello chr ho avuto dalla macchina Opel Rossetti, facendo il barista e il muratore – esordisce De Luca -. Poi, da sindaco di Fiumedinisi, avrei voluto investire per un alberghetto con una Spa, un centro benessere, per un comune di 10mila abitanti, con le capre, anziché trasferire i soldi in un conto in Svizzera. Il 27 giugno 2011, ero in Consiglio Comunale. Hanno aspettato che finisse la seduta per arrestarmi. Io non ho accettato supinamente quello che mi stava accadendo. Il disonesto è quello che non rispetta gli impegni. Intanto, passa il tempo e stai nel tritacarne e sei impresentabile, non puoi più fare politica, sei un appestato, hai ferito gli affetti. Non puoi recuperare quel tempo anche se hai un curriculum pieno di battaglie come il mio, non puoi recuperarlo per la tua squadra, per i tuoi elettori.”.

“Le indagini su di me sono state condotte persino da ignoranti. Farò pagare le spese postali delle mie lettere, rivolte ai cittadini, a Travaglio che continua a dire che sono stato condannato. A loro mostrerò che, nel mio certificato del Casellario Giudiziale, non c’è nulla per cui nascondersi”.

“Io sto presentando i risultati di Fiumedinisi e Santa Teresa di Riva, i miei candidati di sette liste civiche, la mia Giunta di Governo, il mio programma. Questa è la battaglia più importante della mia vita, prima come uomo, poi come politico. È una battaglia di dignità. Io non sono un numero che mi ha affibbiato nel sistema giudiziario. Io voglio presentare me stesso alle elezioni con la mia faccia, potrei presentare mio fratello perché mio figlio ha soli tredici anni”.

“Manderò alla cittadinanza una lettera con allegato il mio resoconto del Casellario Giudiziario. Sono stanco di essere tacciato di reati che non ho commesso – insiste con la sua arringa l’ex parlamentare -. Il sindaco di Messina è frutto di una politica che ha preferito piazzare un pupo, un conferenziere con angeli custodi in Giunta, piuttosto che un uomo di partito capace di sfilacciare il malgoverno di questo territorio. Il suo assessore ‘Scialacqua’ fa spendere un milione di euro al mese per trasportare la spazzatura dalle strade e dai villaggi in discarica. Io ho vinto un bando dei quartieri per quanto riguarda Fiumedinisi, ho vinto un finanziamento come Messina l’ha vinto per il Tirone: 8 milioni di euro che sono stati dissipati da speculatori. Dove sono? Sono stato l’unico all’Ars da deputato che ha presentato emendamenti per dismettere il patrimonio regionale per 900 milioni di euro. Nessuno mi ha mai voluto dare ragione su questo”.

Ancora Taormina: “De Luca è sotto processo per aver fatto bene un contratto di quartiere che avrebbe tolto dal degrado il suo comune, per aver fatto meglio di altri le difese spondali del fiume che attraversa il paese, a detta anche degli stessi organi competenti, per aver fatto un contratto di quartiere che prevede opere agricole e di urbanizzazione comunicandolo ad altre due persone, rilevando un grave reato di concussione. Tre punti inesistenti”.

“La missione chiara dell’Università è chiara per tutti, oltre che spregevole – non si contiene De Luca -, perché rappresenta un potere forte schierato, con un Rettore che vuole una poltroncina al Senato, passando a setaccio ogni luogo per la campagna del direttore generale De Domenico. Infine, un potere che ha tenuto sotto scacco la città, Genovese. Giovanni Ardizzone è un fannullone della politica, non si è mai sporcato le mani. Per il resto è un bravo ragazzo con atteggiamenti scodinzolanti del passato nella Segreteria di D’Alia”.

“Spazziamo via da questa città baroni, imprenditori politici e poltronismi con il nostro esercito di liberazione e propongo il prof. Taormina come ambasciatore della legalità della città, se diventerò sindaco a giugno 2018”.

Foto Rocco Papandrea

Redazione1

Published by
Redazione1