Servizio Logopedia, tolto al Papardo riaprirà all’Irccs domani… dopo 5 mesi anche per bimbi

Il locale idoneo è stato messo a disposizione, in comodato d’uso, a Villa Contino sempre dall’Amministrazione dell’Azienda Papardo che (non dobbiamo mai dimenticarlo) detiene ancora la proprietà del presidio “Piemonte”, in cui l’Irccs Neurolesi opera in concessione. Una delle stanze degli ambulatori a piano terra verrà dedicata al Servizio di Logopedia anche Infantile, la cui attivazione è stata proclamata per domani – sabato 21 ottobre,  già durante questa settimana. Ma quello che circa 14 famiglie attendono insieme al Sindacato Generale di Base o Sgb che le ha seguite è la riapertura reale, dopo una mancanza che si protrae esattamente da cinque mesi.

Il Papardo ha patito con la legge 24 del 2015 la soppressione di questo servizio che non risulta essenziale ma soltanto un servizio territoriale d’assistenza che era allocato in degli spazi del reparto di Otorinolaringoiatria. A spiegarlo “vis a vis” in un’intervista è il Commissario del nosocomio, la dottoressa Maria Letizia Diliberti, che si è prodigata in una mediazione con l’Irccs, in particolare con i due direttori generale e sanitario, Aliquò e Alagna, dopo la protesta imbastita una settimana fa, davanti il Pronto Soccorso, dai genitori dei piccoli pazienti “sfrattati”, con il delegato Sgb, Vincenzo Capomolla e il sostegno del legale di alcuni parenti, Antonio De Luca, in forza Cinquestelle. La funzionaria della Regione ha specificato che, in virtù della legge che ha determinato anche l’accorpamento con il “Piemonte”, la Riabilitazione non è più prevista nell’Azienda di cui è attualmente a capo quindi il reparto di Logopedia non può esistere per la famosa “spending review”, accanto ai 31 posti del settore ceduti al “Bonino Pulejo” e ai 4 di Neurologia. Ecco perché una delle logopediste lavora per l’Irccs sui Colli San Rizzo, dopo aver firmato il trasferimento, da quando il servizio al Papardo è stato rimosso, mentre l’altra è in malattia e ha comunque ricevuto il trasferimento d’ufficio. In soldoni, da domattina presso Villa Contino, la logopedista che presta già la sua mansione per l’Istituto del prof. Bramanti incontrerà i genitori dei dieci bambini che hanno richiesto il sostegno e che sono stati allertati con previa lettera, dopo la comunicazione di consenso del direttore Alagna all’ospedale.

L’anomalia di questa vicenda è che la Di Liberti sostiene che la Logopedia, ascrivendosi in un’attività di cura territoriale, si sarebbe dovuta stornare all’Asp, già attiva su questo versante ma le famiglie che si sono recate negli uffici di via La Farina si sono sentite rifiutate con una lista d’attesa di due anni. La stessa responsabile del Papardo dice di essersi confrontata telefonicamente con il manager Gaetano Sirna, il quale ha replicato che il posto per i piccini sarebbe stato fruibile.

Nel frattempo, la Di Liberti racconta che l’ospedale si sta adeguando, da cima a fondo in tutto il plesso, con gli impianti antincendio grazie ad un investimento che afferisce ad un appalto milionario della precedente gestione. Questo caratterizzerà anche una riorganizzazione dei reparti che consentirà di sistemare, per esempio, tutti gli ambulatori al secondo piano, tranne quelli con apparecchiature più voluminose e ricavare aree utili per le varie discipline.

Se da un lato in questi cinque mesi, “decine di bimbi hanno visto strappare un supporto del linguaggio per loro notevole su cui si affidavano da diversi anni, con eventuali traumi e gravi conseguenze anche nel recupero e – avverte Capomollla – gli operatori specialisti si sono ritrovati cancellati dalla pianta organica in pochi attimi”, dall’altro, “c’è voluta la manifestazione di due giovedì fa per accelerare la situazione.

Un primo tavolo con la dirigenza del Papardo, un secondo tre giorni fa con l’annuncio del Commissario. Ora, vogliamo guardare con i nostri occhi la riapertura concreta del servizio, da svilupparsi in un intervallo ristrettissimo, il 21 mattina, per un’attività da restituire alla cittadinanza per la tutela della salute”.

Ciò che preme sottolineare è che i locali adibiti a questo tipo di visite, terapia ed esami siano mantenuti nel tempo con il personale addetto, non solo per i congiunti dei dieci bambini di cui alcuni hanno minacciato ed avviato azioni legali, con tanto di picchetto all’ospedale della zona nord o non solo per smaltire queste pressanti istanze.

Ma sono troppi i servizi ed i diritti scippati a cittadini e lavoratori. Nel caso, per esempio, anche un trattamento ai dipendenti pericolosissimo, allontanati e messi di fronte persino al rischio di esuberi. Un quadro che sta diventando inaccettabile, prassi generale nel mondo del lavoro, anche pubblico – conclude il delegato Sgb – grazie ad una ormai storica complicità di certi sindacati. Non si può continuare così”.

Il 27 ottobre è Sciopero Generale nazionale che si organizzerà per l’intera giornata proprio da Sgb, insieme alla Cub e ad altre organizzazioni sindacali di base.

Redazione1

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