De Luca al Palacultura: Rapporto politico – burocrate è patologico. Comune-pastificio rispetti obiettivi annui, se no a casa

“Siamo un popolo di allenatori di calcio della nazionale. Trovi il modo di fare il furbo al di là delle leggi. In teoria deve farla applicare solo sia il sindaco che l’agenzia delle Entrate. L’organizzazione parte dal basso fare e comunicare è un circolo virtuoso. Finché ci sono più lavori da fare, ci sono più contribuenti, più graduatorie da preparare e più assunzioni da fare”. Così il prof. Raffaello Lupi chiamato da Cateno De Luca, oggi al PalaAntonello, insieme ad altri esperti autorevoli per parlare di Baratto amministrativo, invita a creare lavori socialmente utili convertendo i tributi esigibili da Imu e Tari. Se devi fare un servizio di pulizie strade, devi bandire un appalto. Monetizzare con servizio già esiste, perché la legge esiste. Manca il controllo, manca l’organizzazione.

Le conclusioni di questo tema sono affidate al protagonista Cateno De luca candidato a sindavo di Messina ma anche alle Regionali per un posto all’Ars. “Ognuno vuole fare il tempo che vuole a modo suo – esordisce l’ex sindaco di Fiumedisi -. Gli asini volanti che governano non mi piacciono. Possibile non lavorano o sono dei falliti che vogliono fare politica. Questa deve essere una cerniera con la società. La maggior parte dei bilanci comunali sono falsi storici soprattutto se basati sui residui. Si devono portare a pagherò se sono debiti a incasserò se sono crediti. Quindi residui passivi e attivi.  Pure quello della Regione è falso. Pur essendoci stato un fondino per i crediti di dubbia esigibilità, debiti certi, non è stato adottato. Andiamo al Comune di Messina. Le entrate devono coprire le spese. Ma spesso si crea in disavanzo di gestione corrente. La tecnica dei residui salvava solo momentaneamente le carte. Gli stipendi dei dirigenti municipali non sono mai mancati. Ma se manca la somma per pagare la ditta che si occupa di manutenzione della luce pubblica non ha importanza. A Santa Teresa abbiamo un fondino da destinare alle associazioni di volontariato proprio nelle emergenze, se la gestione corrente non ce la fa. Si passa l’operato alle associazioni. Il politico non si deve vendere mentre l’amministratore si deve occupare di mantenere sani i bilanci. Solo che ai politici non interessa risanare bilanci ma solo parare l’assessore di turno, quello fatto fuori nella passata legislatura. Il Comune di Messina deve essere rivoltato come un calzino, smontato e rimontato. I dirigenti possono essere sostituiti. A Santa Teresa io ho cambiato il contratto assunzione da cinque anni a un anno, perché è una prerogativa del sindaco. Ho chiuso il bilancio dello stesso Comune jonico a 4 milioni e mezzo su dieci. Paragonato ad un’azienda avrei chiuso al 45% in attivo. Qualcuno sostiene che non è lo stesso con un comune più ampio come quello di Messina. Ma io rispondo che le regole sono sempre le stesse. La mia dignità non vale un biglietto del traghetto o una manciata di pasta o di buoni benzina”.

Il 3 novembre ci sarà la nostra manifestazione conclusiva a Piazza Cairoli e sarà presentato il brand “Messina” che non è mai stato inventato. “Lo abbiamo studiato – dice De Luca -. Ci saranno musica, prodotti tipici di Messina, non della provincia. Come facciamo a vendere Messina se i messinesi comprano catanese? Non vi vergognate. La città non conosce più se stessa e il nostro compito è far conoscere Messina per portarla all’eccellenza con la preparazione e formazione”.

Il candidato De Luca ha ottenuto di essere definito “Messina” per le Regionali 2017. Sul finire altri 50 candidati sul palco e gli ultimi tre assessori: l’avvocato esperta in finanze, Carlotta Previti, l’avvocato Alessandra Calafiore ed il dirigente scolastico Enzo Trimarchi. Tra gli otto nominati in tutto finora, ci sarà anche il Presidente del Consiglio comunale.

Foto Rocco Papandrea

Redazione1

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