Con l’accusa di bancarotta fraudolenta, falso in bilancio e frode fiscale, i finanzieri del comando provinciale di Messina hanno arrestato l’editore e giornalista, Vincenzo Basso, 56 anni. Per tre soci è prevista la misura dell’obbligo di firma. Basso, che è agli arresti domiciliari, secondo l’accusa, si sarebbe reso responsabile con si soci di ripetute irregolarità nella redazione dei bilanci con l’intento di nascondere lo stato di crisi.
Il sistema consisteva nel creare società ad hoc, che venivano gravate di oneri connessi alla titolarità di importanti testate giornalistiche edite nella provincia di Messina, indebitate con l’Erario e con gli istituti previdenziali e successivamente messe in liquidazione con il contestuale spostamento della gestione della testata ad altre imprese momentaneamente in bonis. Altro elemento rilevato nel corso delle indagini riguarda il ricorso alla forma delle societa’ cooperative per tutte le imprese gestite dagli indagati, funzionale a garantire il godimento di rilevanti agevolazioni fiscali previste per tale forma societaria.
Attorno a tali società ruotava l’apparato creato e gestito sotto la regia dell’arrestato con l’ausilio di una serie di persone a lui collegate nell’ambito delle compagini sociali delle citate cooperative, che, tra l’altro, condividevano tutte la stessa sede o comunque i luoghi ove si svolgevano le principali attivita’.
Sistematica era la ripetizione delle operazioni economiche poste in essere per trasferire verso le nuove societa’, di volta in volta costituite, la parte piu’ rilevante del patrimonio dell’azienda editoriale.