Una precedente esperienza alla regionali con una buona performance, sena apparati di partito. Davide Paratore, 46 anni, ci ritenta alle elezioni del 5 novembre nella lista Diventerà Bellissima. Questa volta è appoggiato dalla Destra e, in modo particolare dalla componente-Nania. Ieri ad Antillo si è “fiondato” Francesco Storace che sta facendo campagna elettorale per il sindaco del Comune dello Jonio.
30Come nasce la sua candidatura?
“Da vent’anni contribuisco a servire lo Stato con la divisa (è maresciallo dei carabinieri, ndr), da altrettanti lo faccio come amministratore. Negli ultimi sette come sindaco della mia comunità di Antillo. Cinque anni fa ero al fianco di Nello Musumeci e gli sono rimasto accanto in questi anni. Quando mi ha chiesto di far parte della sua lista Diventerà Bellissima, ho subito accettato”.
Il candidato alla presidenza Nello Musumeci è stato accattato per i cosiddetti impresentabili, cosa ne pensa?
“Ha detto bene. Musumeci è stato attaccato, ma per difetti altrui. Non si possono muovere accuse su di lui. E così invece di discutere di temi e programmi, chi non ne ha preferisce spostare l’attenzione su argomenti che riguardano terze persone”.
Campagna elettorale soft, niente manifesti come altri. Perché?
“La mia è una campagna elettorale che rispetta chi non arriva a fine mese. Per prendere voti occorre stare in mezzo alla gente. Fino a ieri ero in un bar a spiegare a una signora che non voleva votare, perché invece è giusto recarsi alle urne. Musumeci ha bisogno di essere sostenuto per guidare la Sicilia e riportarla ai suoi splendori. Per farlo ha bisogno di essere affiancato da candidati che lui ha scelto”.
Cinque anni fa il centro-destra si è spaccato presentando il successo al centro-sinistra sul piatto d’argento. Cos’è cambiato?
“Il ritorno del centrodestra unito è un segnale forte ed è l’unica soluzione per dare alla Sicilia il ruolo che merita dopo cinque anni di distruzione”.
Al di là dei confini siciliani, come si contestualizza la candidatura di Musumeci?
“Io sono sicilianista. I temi dell’autonomia mi invitano a nozze, ma mi rendo conto che al di là dei confini siciliani, l’Italia deve tornare ad avere il suo peso nello scacchiere internazionale e soprattutto in quello europeo. Occorre saper dire di no all’Europa. Non esiste una politica europea sulla migrazione ad esempio. È solo un business che non aiuta chi arriva in Italia e che crea problemi agli italiani”.