Labormetro fa sentire la sua voce in vista della tornata elettorale del 5 novembre e lo fa con un lungo comunicato stampa. “Quella che doveva essere una occasione di confronto sulle proposte per innovare l’istituzione-regione siciliana ( che risente di una intelaiatura statutaria ormai datata) e, di conseguenza, sui programmi e le proposte per la ripresa di una realtà che non ha saputo sfruttare la sua collocazione geopolitica e territoriale, non è stata adeguatamente utilizzata, trasformandosi spesso in uno scontro dai toni eccessivamente personalistici.
Mentre sarebbe stato più opportuno far comprendere in quale scenario, per altro in continua evoluzione, si stesse svolgendo la competizione elettorale per la scelta della nuova ‘governance’ regionale. Uno scenario che vede gradualmente il passaggio dalla “globalizzazione totalizzante” ad una sorta (seguendo le recenti definizioni) di ‘glocalizzazione’, cioè di territori locali che costituiscono sistemi e sottosistemi che vanno a modificare gli assetti preesistenti e che mirano a raccordarsi e collegarsi sempre più sul piano sociale, economico e culturale. In tale contesto vanno rimeditati i termini come ‘regioni’, pensando a modifiche strutturali dei loro sistemi politico istituzionali.
Ma nulla di tutto ciò, né di altri aspetti di ‘macropolitica’, abbiamo riscontrato nelle varie proposte programmatiche, anche se possono essere apprezzabili i riferimenti ad una visione globale che tiene conto della posizione della Sicilia al centro del Mediterraneo. Riteniamo comunque che al di là di questi aspetti che vanno approfonditi, e che costituiranno i temi di un futuro quanto più vicino, vada colta l’occasione delle elezioni regionali non per fare appelli od elaborare nominalistici libri dei sogni, ma per evidenziare alcuni aspetti legati ad iniziative da concretizzare, che possano costituire elementi di sviluppo del nostro territorio provinciale, che è solo una porzione della realtà territoriale regionale.
A partire dal superamento della lunga fase del ‘riconoscimento’ di città metropolitana, a cui va data seguito con una visione, definendo sì gli aspetti legati ala sua gestione, ma anche ridefinendo i compiti e le funzioni, per non farne una ripetizione sbiadita dell’ex Provincia regionale, avendo anche il senso di responsabilità di correggere una serie di normative legislative errate, che non hanno consentito l’avvio di questa nuova realtà istituzionale.
Ma la città metropolitana deve, nella logica ormai sempre più cogente delle ‘macroregioni’ o macroterritori, guardare a processi di interazione ed integrazione con le realtà metropolitane vicine. A partire dalla città metropolitana di Reggio Calabria, per rilanciare con forza il progetto di Area integrata dello Stretto, che ha avuto una sua prima significazione operativa con un accordo storico fra la regione siciliana e la regione Calabria, che ha portato alla costituzione di uno strumento di analisi di proposte e di stimoli quale la conferenza interregionale permanente per il coordinamento delle politiche dell’Area dello Stretto. Va attenzionato anche il rapporto con un’altra area metropolitana confinante, quale quella di Catania, evidenziando le specificità e le affinità territoriali di tutta la Sicilia orientale e riprendendo sinergie propositive ed operative inconcepibilmente interrotte.
Un ragionamento questo che può toccare sia i sistemi portuali logistici individuati nelle regioni Sicilia e Calabria che la realizzazioni di zone economiche speciali integrate ed interregionali, per rendere questi strumenti di sviluppo realmente competitivi e per farne attrattori di investimenti. Così come riteniamo sia necessario per il nostro territorio l’istituzione del Parco naturale dei Peloritani, nel contesto di una Provincia dei Parchi e di una Regione dei parchi, che vanno a coniugare la tutela dell’importante patrimonio naturalistico dell’isola con le nuove domande turistiche che si vanno sempre più differenziando ed affinando.
E pensando alla nuova domanda turistica un impegno che va assunto perché riguarda una iniziativa, come i parchi, di competenza prettamente regionale, è quello della realizzazione nella fascia tirrenica di una aviosuperficie di terzo livello per voli charter, e che può essere inserita in quel piano regionale dei trasporti che si attende da decenni.
Ma un altro impegno vorremmo fosse assunto; in riferimento ad interventi integrativi della regione rispetto a quelli previsti per i piccoli comuni ed i centri minori dalla recente normativa nazionale, non solo per la riqualificazione dei loro centri storici, ma anche per i collegamenti e la valorizzazione delle loro ‘identità’, per cercare di invertire la tendenza allo spopolamento.
Così come è un compito prettamente della Regione attuare interventi di bonifica del waterfront cittadino e della zona falcata che costituiscono la premessa indispensabile per la realizzazione di un parco tematico con annesso Acquario, che costituirebbe un vero ‘brand’ per Messina e la sua provincia.
Questi intendono essere solo degli spunti propositivi che possono trovare riscontro non con impegni fini a sé stessi o con promesse, ma con la realizzazione concreta portata avanti da coloro che ai vari livelli, andranno a governare la regione siciliana, con riflessi importanti anche per la nostra realtà territoriale”.