In occasione dell’importante “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” domani – 25 novembre, il consigliere comunale Giuseppe Siracusano ha ritenuto doveroso interrogare l’Amministrazione comunale circa le concrete iniziative poste in essere per la prevenzione ed il contrasto della violenza di genere.
La ricorrenza è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e l’esponente del Pd, recentemente insediatosi, ha rispolverato le misure e le iniziative volte alla piena attuazione ed esecuzione del Protocollo di Intesa Interistituzionale per questa finalità nella Città di Messina, siglato dal Comune già nel 2015 e promosso dal Cedav-Centro Donne Antiviolenza di Messina, che lo coordina unitamente alla Prefettura. Questo accordo vede la partecipazione di numerosi e ragguardevoli soggetti istituzionali e non (Tribunale di Messina, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina, Tribunale dei Minorenni di Messina, Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni, Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni, Aziende Ospedaliere di Messina, ASP 5 di Messina, Consultori Familiari della città di Messina, Ufficio Scolastico Provinciale, Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Messina).
“L’attività di Palazzo Zanca deve essere necessariamente caratterizzata anche da metodi concreti ed efficaci in tutti i casi di violenza e di abuso già verificatisi e per i quali occorre una risposta ed un sostegno immediato – dice Siracusano -. Sotto tale aspetto, invece, l’azione governativa deve essere più incisiva”.
“Questa Amministrazione ed in particolare l’Assessore Santisi si sono contraddistinte per un convinto potenziamento di tutte le iniziative destinate all’irrinunciabile sensibilizzazione dell’opinione pubblica – continua -, attraverso la sinergia con soggetti ed associazioni che svolgono nel territorio l’importante funzione di denuncia del fenomeno. Tale sostegno è indispensabile ad indebolire anche tutte quelle “strutture culturali” che ne sono alla base, nutrono e muovono il fenomeno”.
Il protocollo in questione è uno strumento formidabile offerto alla Città ed alle donne ed ai figli minori vittime di violenza. Con esso si è inteso impegnare i sottoscrittori a predisporre in tutto il territorio della Città gli strumenti per una programmazione e gestione integrata di interventi in favore delle donne vittime di violenza e di abuso.
“Il documento intende perseguire il meritorio obiettivo di creare metodologie di lavoro integrate, in grado di mettere in relazione associazioni, istituzioni e servizi al fine di garantire supporto completo alla donna attraverso la soddisfazione delle sue primarie necessità. In particolare, recepisce la necessità di stabilire modalità scritte e codificate di relazione tra servizi per garantire tutta la protezione (fisica, legale), l’accoglienza e il sostegno (psicologico, sociale, l’orientamento, ma anche economico e abitativo) necessari non solo a superare il momento dell’emergenza, ma anche e soprattutto per accompagnare la donna nella costruzione, o nella riappropriazione, di una vita indipendente”.
Solo ciò consente, concretamente, un approccio sistemico al problema della violenza che permetta di andare oltre al semplice intervento assistenziale, razionalizzando le forze e le risorse, permettendo di progettare interventi di supporto e reinserimento della donna nel proprio contesto territoriale (ad esempio, attraverso la ricerca di un impiego, o di un alloggio) e di prevenzione (all’interno delle scuole, o nel mondo dell’associazionismo) coerenti gli uni con gli altri, nonché di fornire alla donna tutte le informazioni di cui ha bisogno, senza frammentare gli interventi.
La concreta e piena attuazione del protocollo garantisce quindi una risposta globale, non frammentaria, alla donna, ma assicura anche un aiuto agli operatori del settore.
“Per tali ragioni si auspica che gli adempimenti previsti dal protocollo a carico dell’Ente siano pienamente realizzati ed in particolare – conclude Siracusano – che: nel più breve tempo possibile venga individuata nel territorio comunale una Casa di accoglienza per donne maltrattate e che al tal fine siano poste in essere iniziative al fine di reperire per questo servizio finanziamenti regionali, statali e/o comunitari; nelle more siano individuate strutture di accoglienza convenzionate per l’inserimento di donne maltrattate con figli minori; sia inserita nei Piani Sociali di Zona del Centro Donne Antiviolenza in ogni ambito territoriale una Casa di accoglienza per donne maltrattate; che siano attivati appositi corsi finalizzati ad offrire un’adeguata formazione agli operatori sociali pubblici/privati e agli operatori delle forze dell’ordine sul tema della violenza alle donne”.