Il legale del neodeputato regionale Cateno De Luca, Carlo Taormina, ha inviato alla Presidente della Commissione bicamerale antimafia, Rosy Bindi, un atto di diffida dall’inclusione del parlamentare siciliano nella cosiddetta lista degli impresentabili: “L’Onorevole De Luca, – spiega Taormina – che è alla terza legislatura regionale, ha subito ben quindici procedimenti penali, collezionando archiviazioni per inconsistenza delle prove, sentenze di assoluzione perché il fatto non sussiste ovvero di non doversi procedere ma mai è stato coinvolto in procedimenti riguardanti fatti di mafia. Egli, anzi, si è contraddistinto nelle precedenti legislature dell’Ente Regione Sicilia per il fermo e persino plateale contrasto di ogni iniziativa mafiosa e, più in generale, per il sostegno e la pratica della legalità”.
Riportiamo di seguito la nota del legale, nella quale vengono ripercorsi sinteticamente i procedimenti penali di De Luca: “L’Onorevole De Luca è stato una prima volta arrestato il 27 giugno 2011 e, dopo sei anni, il relativo procedimento si è concluso con la sentenza di assoluzione e di proscioglimento pronunziata dal Tribunale Penale di Messina il 10 novembre 2017; ed una seconda volta con ordinanza dell’8 novembre 2017, due giorni dopo la sua elezione a deputato regionale, provvedimento annullato dal Tribunale del Riesame in data 24 novembre, azzerando ciascuna delle ipotesi di reato oggetto di contestazione nei confronti del parlamentare siciliano.
Alla data del 5 ottobre 2017, l’Onorevole De Luca risultava incensurato e pendeva a suo carico l’unico processo (n. 4700/09) nel quale è intervenuta la sentenza di assoluzione e di proscioglimento prima ricordata.
Essendo emersa, a livello di organi di stampa la possibilità che da parte della Commissione da lei presieduta venga stilato un elenco di persone che hanno partecipato e sono state elette a seguito delle ultime consultazioni elettorali e che dovrebbero essere qualificate come ‘impresentabili’, a parte ogni considerazione intorno alla praticabilità di simili iniziative sul piano giuridico e sociale, questione sulla quale in questa sede non si intende formulare valutazione alcuna, è interesse dell’Onorevole Cateno De Luca rendere chiara la sua posizione che, sotto alcun profilo, mai potrebbe essere ricondotta ad una condizione di impresentabilità.
Ciò non sarebbe possibile affermare sulla base dei responsi resi dalle molteplici Autorità Giudiziarie del Tribunale di Messina, le quali, pur dopo aggressioni non accettabili, hanno sempre emanato provvedimenti liberatori e, ripetesi, il predetto non è mai stato attinto da sospetti di mafiosità. Né detta qualificazione potrebbe attagliarsi allo stesso Deputato siciliano in omaggio ad una definizione di tipo sociologico della categoria dei cd “impresentabili”, serbando da sempre comportamenti corretti e moralmente inececcepibili per i quali ha possibilità di totalizzare risultati elettorali di assoluto rilievo per la considerazione esclusivamente positiva che da sempre riguarda la sua persona in conseguenza della sua straordinaria vicinanza alle persone più deboli e per le capacità di eccellente amministratore che ha sempre riversato a beneficio delle collettività di cui si è interessato come sindaco del comune natio di Fiumedinisi nonché di quello di Santa Teresa in Riva, da poco lasciato in previsione della possibile sua elezione a deputato regionale.
In breve, sarebbe autentico sfregio nei confronti dell’Onorevole De Luca tentare anche il benché minimo accostamento a chi con metodi mafiosi, clientelari e di voto di scambio ha potuto, anche nell’ultima consultazione elettorale, assurgere alla posizione di deputato regionale.
In relazione a quanto precede, l’Onorevole Cateno De Luca confida fin da ora nella correttezza, competenza ed equanimità vostra perché, laddove intenda impegnare la Commissione antimafia nella redazione dell’elenco degli “impresentabili”, si astenga a ricomprendervi il nominativo del predetto, non senza sottolineare la gravità delle conseguenze che ne deriverebbero sul piano della reputazione, personale e politica e che obbligherebbero ad attivare tutte le iniziative giudiziarie capaci di rendere ristoro”.