Il personale di Palazzo Zanca, nel passaggio dal precariato alla stabilizzazione, è andato incontro ad un vero e proprio “demansionamento” perché illegittimamente inquadrato a tempo indeterminato nella inferiore categoria B/1, con conseguenti e facilmente intuibili disagi e ripercussioni sulla loro retribuzione.
La Cgil e la Fp Cgil, per tramite i loro legali, hanno inviato al Direttore Generale Antonio Le Donne e al Dirigente alle Risorse Umane dr.ssa Loredana Carrara, un nuovo atto di diffida, intimando al Comune il riconoscimento di alcuni istituti che sono stati ritrattati, a seguito di assunzione dei precari con contratto di lavoro a tempo indeterminato. Si deve anche aggiungere lo spettante pagamento delle somme dovute a titolo di salario accessorio, inspiegabilmente ancora non corrisposte, così come risulta non corrisposto il dovuto pagamento del trattamento di fine rapporto, relativo ai precedenti contratti di lavoro stipulati fino alla data di stabilizzazione, nonché il pagamento delle ferie, residuate ad ogni singolo richiedente fino alla stipula del contratto di lavoro a tempo indeterminato.
“Nonostante gli impiegati interessati abbiano già notificato degli atti stragiudiziali, il riscontro dato dal Dirigente comunale pro tempore agli atti stragiudiziali è risultato oltremodo lacunoso, non soddisfacente ed ampiamente immotivato nel diniego sostanziale a tutte le richieste avanzate dai lavoratori- dichiarano Clara Crocé Segretaria Confederale e Francesco Fucile Segretario Generale della FPCGIL -. Il Comune di Messina è rimasto praticamente silente, per lungo tempo, rispetto al riconoscimento dei diritti violati dei dipendenti”.
In assenza di risposte entro il termine di 10 giorni, saranno intraprese le idonee azioni giudiziarie nelle competenti sedi, senza ulteriore avviso, per ottenere il soddisfacimento delle loro legittime e dovute spettanze, con inevitabile consistente aggravio di spese a carico delle casse comunali.
Foto Rocco Papandrea