Un evento di musica, teatro e poesia celebrerà l’intellettuale messinese Felice Bisazza domani – martedì 5, alle ore 20, nell’Auditorium del Palazzo della Cultura, nella sua complessità e nella sua multiforme personalità. La sua figura non è solo di poeta lirico ma anche di critico letterario, librettista e compositore di ballate e verrà presentata al pubblico in una serata, organizzata dall’assessorato alla Cultura, per ricordarne la vicenda biografica e le opere nel 150° anniversario dalla morte.
“Ricordare oggi Felice Bisazza – evidenzia l’assessore alla Cultura, Federico Alagna, – vuol dire recuperare momenti importanti del nostro passato, ma anche comprendere quanto la Sicilia non sia stata mai, come affermava Giovanni Gentile, ‘sequestrata’, priva di contatti con i fermenti innovativi del resto d’Italia, ma invece decisamente vicina alla cultura italiana ed europea, grazie all’opera dei suoi migliori scrittori. Una città crocevia di popoli e culture, di avanguardie e sperimentazioni artistiche, elementi che abbiamo voluto mettere al centro anche della nostra candidatura a capitale italiana della cultura 2020”.
Nel corso dell’appuntamento saranno presenti momenti espositivi, affidati a Daniela Bombara, dottore di ricerca dell’Università di Messina e già autrice di una densa monografia su Felice Bisazza; a Cesare Natoli, musicologo, che inserirà l’opera bisazziana nel contesto musicale coevo ed a Stefano Morabito, professore dell’Università di Messina, che tratterà la diffusione dello scrittore in Spagna. Nutrita la sezione teatrale e musicale, incentrata sulla messa in scena de “Gli amori di Paolo e Virginia”, con musiche di Roberto Scarcella Perino: librettista e compositore immaginano infatti le arie che andranno poi a costituire il tessuto musicale della vicenda. Sarà poi eseguita La navicella di Giuseppe Albanese, ispirata ad una romanza bisazziana, e Sangue del primo martire, su musiche di Alfio Hopper Crisafulli, cantata sino agli anni ’50 in tutte le chiese della città e dunque preziosa testimonianza della religiosità popolare dell’autore messinese. Infine l’Ave verum mozartiano accompagna il racconto degli ultimi dolorosi anni di Bisazza, evitato dai concittadini per aver esaltato in operette encomiastiche i Borbone, e afflitto da diversi lutti familiari. La sezione musicale/teatrale è affidata agli artisti Giulia Greco, soprano, e Davide Benigno, tenore, accompagnati al pianoforte da Cesare Natoli; agli attori della compagnia Vaudeville, Dario Taranto e Giuliano Romeo, diretti da Alessandro Antonio Alù; e al coro Libercanto, sotto la direzione del maestro Dario Pino.