Adesso anche l’ultimo tassello del mosaico è stato inserito, così il concordato di Messinambiente ha tutte le carte in regola per poter andare in porto. Il Consiglio Comunale ha detto sì alla delibera per il debito fuori bilancio di quasi 9 milioni e mezzo, cifra che il Comune avrebbe dovuto dare all’Ato3 a titolo di corrispettivo per i servizi di igiene ambientale svolti nel periodo 2007/2011 sulla base di piani industriali regolarmente approvati.
Invece dovranno essere corrisposti direttamente a Messinambiente per il suo concordato. In altre parole questi 9 milioni e mezzo fanno parte di un calderone molto più grande, quello dei 30 milioni del concordato messo in piedi per evitare il fallimento di Messinambiente, approvato dal Consiglio Comunale il 3 ottobre scorso e dal Tribunale fallimentare una settimana dopo.
L’amministrazione aveva certificato l’esistenza di questo debito fuori bilancio, mancava il parere favorevole dell’aula che è arrivato proprio quest’oggi, dopo che la seduta di ieri era saltata per la caduta del numero legale. Somme che l’amministrazione ha già stanziato all’interno del Previsionale 2017/19, suddivisi in 3 milioni di euro per l’esercizio 2017, altrettanti per il 2018 e quasi 3 milioni e mezzo per il 2019.
Parere favorevole arrivato per un soffio, anzi per un voto. I consiglieri favorevoli sono stati 9 (Risitano, Fenech, Rella, Caccamo, Gennaro, Cardile, Abbate, La Paglia e Trischitta), un contrario (Russo) e 7 astenuti (Crifò, Faranda, Cucinotta, Vaccarino, De Leo, Barrile e Iannello).
Banchi vuoti tra le file dei Centristi per la Sicilia e Sicilia Futura, che confermano la linea politica portata avanti negli ultimi mesi, anche se la loro assenza ha rappresentato un inatteso assist per l’amministrazione, visto che proprio quei voti avrebbero fatto la differenza.
A fugare gli ultimi dubbi sulla delibera sono stati il legale di Messinambiente, Marcello Parrinello, e l’assessore alle Partecipate, Guido Signorino: “Si chiude una partita importante sulla gestione del settore dei rifiuti solidi urbani e sull’igiene cittadina – ha commentato – purtroppo il sistema prevedeva che ad inizio anno si facesse un piano di spesa che poi puntualmente veniva cambiato, così il Comune si trovava a non pagare per servizi di cui aveva usufruito. Noi tutto questo l’abbiamo già denunciato nel 2014, infatti abbiamo inserito tutte questi punti all’interno del Piano di Riequilibrio”.
Il capogruppo di Forza Italia, Giuseppe Trischitta, ha sottolineato: “Io voto in modo favorevole perché non si può far pagare a questa amministrazione le colpe di debiti non creati in questi anni. Tra il 2007 e il 2011 si sono susseguiti ben due sindaci, Genovese e Buzzanca, e due commissari”.