Vendeva "brosme" per baccalà, commerciante rischia 2 anni di carcere

Frode in commercio sventata grazie ad un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza in collaborazione con la Sezione Annona dei Vigili Urbani ed il personale veterinario dell’Asp di Messina, nell’ambito dei controlli predisposti in occasione delle festività natalizie.
In un esercizio commerciale del centro cittadino sono stati sequestrati 25 kg di filetto “brosme”, venduto agli ignari acquirenti come baccalà, pur essendo un prodotto di qualità notevolmente inferiore.
Il responsabile è stato denunciato all’Autorità giudiziaria e rischia una condanna alla reclusione  fino a due anni o una multa fino a 2.065 euro. Il prodotto sottoposto a sequestro è stato distrutto poiché in cattivo stato di conservazione.
La frode in commercio scoperta dalla Guardia di Finanza è abbastanza diffusa, e prevede che una specie ittica sia venduta per un’altra di maggiore pregio. Il baccalà “taroccato”, nel caso specifico il “brosme” è una specie anch’essa appartenente all’ordine dei gadiformes come il merluzzo, ma meno pregiata e – soprattutto – meno costosa.
I controlli della specie continueranno incessantemente ed in collaborazione con le autorità competenti per territorio, secondo i protocolli di intesa vigenti volti ad assicurare il coordinamento delle attività di controllo nel settore della pesca marittima, a testimonianza dell’impegno delle Fiamme Gialle contro ogni forma di concorrenza sleale e, soprattutto, nella tutela della sicurezza alimentare dei consumatori e delle risorse ittiche.

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