“Siamo costretti ad intervenire per far chiarezza dopo l’ennesimo goffo tentativo della Giunta Accorinti di accaparrarsi meriti altrui, congiuntamente all’augurio di aver trascorso un buon Natale e nella viva speranza di un 2018 di reale cambiamento”. Questa l’incipit delle dichiarazioni degli esponenti di Sicilia Futura Beppe Picciolo e Alessandro Tinaglia Beppe Picciolo e Alessandro Tinaglia sulla scelta del Governo Renzi di affidare a tutte le Città Metropolitane, tramite l’Agenzia di Coesione, la gestione diretta dei fondi Fsc (ex Fas) e dei fondi del Pon, scelta che ha avuto successo all’insegna della lungimiranza.
“Anche Messina ha usufruito del finanziamento diretto dovuto esclusivamente allo status di Città Metropolitana, vista l’incapacità degli Enti locali e Regionali di programmare, impegnare e spendere tali risorse – dicono l’ex deputato e il responsabile di Reset -. Nessun merito dunque, nessuna capacità di progettare ed intercettare risorse e quindi nessuna visione strategica di sviluppo in una città allo stremo ma solo la chiara la volontà del Governo Renzi di snellire l’iter per favorire l’utilizzo dei suddetti fondi”.
“Il fatto non ci meraviglia in quanto ormai siamo abituati ad una politica di annunci farlocchi più che dei fatti concreti – proseguono -. Lascia, tra l’altro, molto perplessi che proprio Accorinti annunci orgogliosamente di rinunciare al ricorso per divenire, come Bianco a Catania ed Orlando a Palermo, Sindaco Metropolitano e poi dimentichi, insieme ai suoi assessori, di dire ai Messinesi che i Fondi destinati ai tram (che potevano essere utilizzati anche ad altri interventi) siano figli proprio di quello status cui il Sindaco rinuncia”.
“Spiace infine registrare come non esista alcuna differenza tra la Politica Accorintiana degli annunci e delle “svolte epocali” e quella della sempre contestata politica partitica. In fondo, mentre in seno alla Giunta Accorinti ed ai due movimenti che l’hanno appoggiata fioccano tensioni e competizioni per il dopo Accorinti, assistiamo ad un comico tentativo di rappresentare il fallimento di cinque anni di governo cittadino come una grande opera di rinnovamento.
“Come se i Messinesi vivessero su Marte ed avessero l’anello al naso. Insomma niente di nuovo a parte le promesse di rivoluzioni, bilanci, risanamenti urbanistici e finanziari, piani Regolatori pilota ed iniziative, oltre che risorse intercettato da altri soggetti istituzionali e non, fatte passare come proprie”.