Musumeci: "Sui rifiuti chiederò lo stato di emergenza"

Redazione

Musumeci: "Sui rifiuti chiederò lo stato di emergenza"

mercoledì 03 Gennaio 2018 - 12:19

“Dopo trenta giorni di attività del governo credo di poter dire che la situazione della gestione dei rifiuti in Sicilia è assai grave. Parlare di emergenza di fronte a un problema che si trascina da vent’anni è fare un torto alla lingua italiana. Preferisco usare un ossimoro, un’emergenza strutturata”. Lo ha detto il governatore siciliano, Nello Musumeci, incontrando i giornalisti a Palazzo d’Orleans, pronto a chiedere lo stato di emergenza  ambientale limitatamente alla discarica di Bellolampo ed all’intervento sui comuni inadempienti.
“Il problema dei rifiuti è Bellolampo, l’emergenza più grave; tra un mese se nulla cambia la Sicilia occidentale non avrà più dove scaricare i rifiuti. Bellolampo – ha spiegato Musumeci – è una discarica pubblica attivata nel 2013 dal commissario per l’emergenza Marco Lupo. La sesta vasca è colma – ha aggiunto – bisogna intervenire per trovare spazio o attivare la vasca settima ma per farlo secondo i tecnici servono sette mesi. Questa situazione non può essere risolta con strumenti ordinari.
Da vent’anni – ha aggiunto – la politica siciliana prova a risolvere il problema dei rifiuti invocando lo stato di emergenza”.
E citando i predecessori degli ultimi 20 anni da “Capodicasa a Crocetta, passando per Cuffaro e Lombardo, e’ mai possibile che si siano invocati poteri speciali senza che si sia risolto il problema? Chi doveva fare la sua parte non l’ha fatto ed è inutile invocare la vicenda degli Ato e delle Srr”.
Differenziata ferma al 15%. “Noi portiamo in discarica l’80% dei rifiuti, la Lombardia il 4%, il Veneto il 10% – ha aggiunto Musumeci -. In Sicilia siamo al 15% di differenziata”. Il presidente della Regione ha anche evidenziato come sono “un centinaio i comuni che superano il 50% di differenziata ma ne restano altri 290” e ha aggiunto: “la cosa più grave è che a non fare la differenziata sono le città metropolitane di Palermo, Messina e Catania”.