Messina ha avuto il Natale che merita

Redazione

Messina ha avuto il Natale che merita

lunedì 08 Gennaio 2018 - 09:58

Messina ha avuto il Natale che desiderava e meritava. Il Villaggio di Natale della Confcommercio ha chiuso i battenti ieri all’interno del Laboratorio del Gusto, una struttura che per ventitre intensi giorni è diventato un vero e proprio salotto all’aperto, capace di unire tradizioni culinarie, eccellenze della città e del territorio e persone di livello in grado di proporre idee per il futuro. La chiusura è stata dedicata al presidente Carmelo Picciotto, tutti i suoi collaboratori ed organizzatori dell’evento, si sono presentati con una maglietta con la scritta Grazie Presidente, un attestato di stima e di fiducia che conferma come la manifestazione sia riuscita, seppur tra mille difficoltà.

“Il Natale a Messina non è solo ruota Panoramica” dicevano gli organizzatori e così è stato. Non vi è dubbio che la struttura donata dalla Caffè Barbera sia stata la grande attrattiva del villaggio, così tutte le polemiche e critiche sterili sono state spazzate dalle file quotidiane dei messinesi desiderosi di salirci e dai selfie fatti ad alta quota dalle persone sorridenti, a  dimostrazione che le parole se le porta via il vento e ciò che restano sono i fatti. La piazza è tornata a vibrare grazie ai grandi appuntamenti musicali, da Francesco Sarcina ai Tinturia, ma hanno trovato parecchio spazio anche le band messinesi, senza dimenticare le risate di Giuseppe Castiglia. Un calendario seguito pazientemente da Stefania Rizzo.

Poi c’è stata la Casa di Babbo Natale, capace di attrarre ben oltre 1200 visitatori nei primi dieci giorni della manifestazione. Questo grazie l’encomiabile lavoro fatto dal Santa Claus di piazza Cairoli, al secolo Luca Peschiera, e dalla squadra di seguaci elfi ed elfe. Così come importante è stata la presenza della pista da ghiaccio e del presepe, vero e proprio simbolo del Natale. Quotidianamente trovava spazio anche la solidarietà con uno stand socioculturale, che giorno per giorno  ha ospitato associazioni e persone che quotidianamente si prodigano per una giusta causa. Dalle terapie per i bambini autisitici, fino agli screening sui sani stili di vita passando per il primo soccorso.

Un capitolo a parte merita il Laboratorio del Gusto, nato per mettere in risalto le eccellenze artigianali della nostra città, ma anche del nostro territorio. Veri e proprio artisti del gusto si sono susseguiti nei vari appuntamenti, facendo vedere come dalle materie prime si arriva al prodotto finale. Il torrone gelato di Freni, i piatti particolari di chef Pasquale Caliri, le cene sensoriali di Anthony Andaloro, il bianco e nero di Delia, il pane di Cannata fatto solo con grani antichi e i prodotti dello chef Pasticcere Lillo Vinci.

Una rassegna che ha raccontato le storie degli uomini faber, gli uomini che fanno, fanno nella loro quotidianità di speranze e di fiducia verso una città a alla perenne ricerca della svolta. Appuntamenti in cui si parlava di mangiare in modo consapevole, informandosi sulla qualità di ciò che si ingerisce e soprattutto di ciò che si compra e se lo si fa favorendo produttori locali è ancora meglio. A presentare le serate ci ha pensato il sommelier Roberto Raciti, che ogni volta presentava un abbinamento sempre nuovo con vini e spumanti di qualità, tutti rigorosamente siciliani. A rendere la vita facile agli chef ci hanno pensato i macchinari  promossi dalla Farc di Francesco Fabiano, vero e proprio uomo faber della rassegna.

A coordinare sapientemente il tutto, ci ha pensato la responsabile socioculturale della Confcommercio, Sabrina Assenzio, madrina dell’evento. Sempre restando in tema di eccellenze, non si può non citare i ragazzi dell’Istituto alberghiero “Antonello”, sempre presenti in sala e dietro i fornelli, magistralmente seguiti dai propri docenti. Ragazzi dalla faccia pulita, dalla voce timida e da gli occhi trasudanti di sogni, che hanno servito i piatti e i vini con discrezione e professionalità, avendo il primo contatto con quella che è la prima esperienza lavorativa della loro vita. Segnale migliore per il futuro non ci poteva essere.