Due milioni di euro. Ecco i costi delle procedure per il concordato di MessinAmbiente, la grande scommessa dell’Amministrazione comunale per allungare la vita della società di via Dogali, verso la nuova partecipata: la Messina Servizi Bene Comune.
Questo è quello che si evince dalla relazione del giudice delegato Giuseppe Minutoli e dei commissari giudiziali Paolo Bastia e Antonino Mazzei, della seconda sezione civile del Tribunale Fallimentare. Una relazione di 182 pagine, vengono spiegati i passaggi che porteranno alla risoluzione dei debiti con i creditori.
Un’azione da 36,3 milioni di euro, che dovrebbero arrivare da accordi transattivi con il Comune di Messina (ad esempio i famosi 9,5 milioni di euro vantati nei confronti di Ato 3), l’incasso dei crediti commerciali, l’affitto e la cessione del ramo d’azienda alla Messina Servizi Bene Comune, la cessione di beni non strategici e gli incassi operativi.
Tutto questo ha dei costi di procedura, nel senso che il Concordato è stato messo in piedi da delle professionalità operanti nel settore, che dovranno ricevere quanto gli spetta. Si tratta, quindi, delle parcelle per le attività svolte dagli advisor legali e finanziari della società ricorrente per la predisposizione del piano.
Tra questi, i costi più esosi sono quelli che riguardano gli studi degli avvocati Marcello Parrinello e Paolo Vermiglio, parcelle da 236mila euro e 165mila euro. Poi ci sono i 97mila euro della KPMG Advisory, i quasi 90mila euro per la Pricewaterhousecoopers, 39mila e 520 euro per il dott. Inserillo e quasi 24mila euro per il professor Francesco Vermiglio. Inoltre spicca il milione e 347mila euro di spese legali.