Ammontano al momento a due le persone morte quest’anno nel Messinese a causa dell’influenza. Sono passate meno di due settimane dall’inizio del nuovo anno, e purtroppo è già iniziata la conta delle vittime dell’influenza. Questo perché quello dell’influenza è spesso avvertito erroneamente come un virus innocuo, motivo per il quale capita non di rado che venga sottovalutata l’importanza del principale strumento di prevenzione contro tale virus, vale a dire il vaccino antinfluenzale. Ad onor del vero preme comunque mettere in evidenza che i casi di decesso sinora registrati a Messina e provincia sono casi limite, da imputare fondamentalmente a una forma particolarmente aggressiva del virus in questione da un lato e alla decisione di non farsi ricoverare nonostante le condizioni critiche registrate dall’altro lato. Come già accennato, nel Messinese sono morte due persone nell’arco di pochi giorni: una donna di Messina di 50 anni e un uomo di Taormina di 42 anni.
Dopo essere stata ricoverata in un primo momento al “Piemonte”, la donna è stata trasferita al “Papardo”, dov’è spirata poco prima di essere collegata alla macchina cuore-polmone per arresto cardiaco. Allibito il dottor Dino Alagna, direttore sanitario del “Piemonte”, il quale ha in sostanza affermato che il decorso dell’influenza è stato anomalo: una forma particolarmente aggressiva del virus, che non ha lasciato scampo alla povera donna, le cui sorti sembravano essere ormai segnate. Il direttore sanitario è stato categorico in riferimento all’importanza dei vaccini: se la donna si fosse vaccinata, probabilmente non sarebbe andata incontro a questo terribile epilogo. Infatti, Alagna non esclude che le complicazioni della malattia siano da imputare ad una forma particolarmente aggressiva del virus dell’influenza, l’H1N1, il quale risulta essere coperto dal vaccino di quest’anno.
Un caso analogo si è verificato a Taormina, dove nell’ospedale di “San Vincenzo” è deceduto un commerciante. Tuttavia, vi sono delle differenze sostanziali da tenere in considerazione. L’uomo, morto a causa delle complicazioni dovute ad una broncopolmonite, era un soggetto già a rischio per via della sua obesità che ha deciso di non farsi ricoverare nonostante avesse la febbre da una settimana. Il giorno dopo il rifiuto del ricovero il tragico epilogo: un’insufficienza cardio-respiratoria lo porterà ad un ricovero immediato presso la struttura ospedaliera, dove morirà il giorno stesso.