E’ scattata tra Messina e Enna l’operazione “Nibelunghi”: colpito il clan mafioso degli Emmanuello che aveva esteso i tentacoli anche in provincia di Messina. Sono le sei ordinanze di custodia cautelare (due in carcere e quattro agli arresti domiciliari) emesse dal Gip del Tribunale di Caltanissetta per concorso esterno in associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni di proprieta’ di esponenti di Cosa nostra. In cella Gabriele Giacomo Stanzu’, 57 anni, di Capizzi (Messina), gia’ detenuto all’Ucciardone di Palermo; e il fratello Nicola Antonino, 40 anni; ai domiciliari Carlotta Conti Mammamica, ennese di 41 anni, moglie di quest’ultimo; la sorella Nunzia, 42 anni; Antonio Di Dio, 29 anni, di Nicosia e Carlo D’Angelo, 53 anni, di Valguarnera Caropepe.
Le indagini sono state effettuate seguendo il flusso patrimoniale di Gabriele Giacomo Stanzù, già emerso in precedenti indagini per fatti di mafia tanto da aver riportato condanna definitiva per ‘assistenza agli associati mafiosi’, nell’ambito dell’inchiesta “Dioniso”, coordinata dalla Dda di Catania.
E’ stato peraltro tratto in arresto nel novembre 2011 per l’omicidio Francesco Saffila e condannato in via definitiva a 14 anni di reclusione. Importanti anche le dichiarazioni rese da numerosi collaboratori di giustizia, in relazione alla contiguità con Cosa nostra. Documentate operazioni finanziarie e patrimoniali mirate a schermare i beni e le aziende riconducibili all’indagato per scongiurare un’eventuale aggressione preventiva dei patrimoni.
L’attivita’ illecita ha permesso alla famiglia Stanzù, attraverso dei prestanome, di continuare a beneficiare dell’incameramento di aiuti comunitari. L’individuazione di questi flussi anomali di capitali e di patrimonio, ha permesso ai finanzieri del Gico di Caltanissetta e ai carabinieri del Comando provinciale di Enna di sequestrare beni per un valore superiore a 11 milioni di euro, consistente in terreni, fabbricati, autovetture e diversi conti correnti postali e bancari.
L’operazione ha confermato l’interesse della criminalità organizzata e di soggetti a essa contigui, all’illecita acquisizione di aziende agricole e di appezzamenti di terreni utilizzati per la presentazione di domande finalizzate ad accaparrarsi i contributi Agea.