“Sono i continui cambi di rotta dell’Amministrazione e della Cgil il termometro più chiaro di quanto siano confuse le idee e le strategie in merito al concordato e al transito dei lavoratori di MessinAmbiente, come Uil abbiamo parlato chiaro da subito e adesso tutto viene a galla, restiamo però fortemente preoccupati dalle condizioni finanziarie alla base dell’operazione e su chi tiene il timone di questa barca alla deriva. Basta con le bugie sulla pelle dei lavoratori.
Non possiamo accettare che ancora oggi, dopo quello che è senza dubbio un netto passo indietro, la Cgil continui a parlare di tutela dei lavoratori e garanzia dei diritti, di fronte a quanto è accaduto in questi ultimi mesi. Se oggi la Cgil ha raggiunto la posizione che noi abbiamo strenuamente tenuto e difeso per mesi, è solo perché è emerso chiaramente che gli accordi che noi abbiamo sempre rinnegato erano pieni di sacrifici solo sulle spalle dei lavoratori”.
La Uil e la Uiltrasporti di Messina rispondono a muso duro alle dichiarazioni con cui Cgil e Fp Cgil hanno dovuto motivare la richiesta di modifica dell’accordo che solo loro avevano sottoscritto lo scorso 4 dicembre e che ha rappresentato la base delle conciliazioni per la quale la stessa Cgil ha esultato mentre noi insieme alle categorie Fit Cisl e Fiadel depositavamo esposti in Procura per denunciare l’assoluta irregolarità degli atti proposti ai lavoratori e delle modalità con cui si sono svolte le operazioni di firma delle conciliazioni.
“Non possiamo accettare che si continui a scaricare la responsabilità dell’eventuale fallimento di MessinAmbiente sui lavoratori, additando chi ha scelto di non siglare conciliazioni che strozzano i diritti dei lavoratori.
Non possiamo tantomeno accettare che oggi si dica falsamente che è grazie ai 350 lavoratori che hanno firmato, in un clima surreale, le conciliazioni che adesso si potrà modificare il piano concordatario e si potranno inserire le modifiche che riguardano il Tfr.
Ricordiamo che l’acconto di 2 mila euro era stato già previsto, il nodo del Tfr è stato uno degli argomenti più dibattuti durante tutte le riunioni e a questo punto vorremmo sapere dal Comune quali risorse ha a disposizione adesso, che fino a poche settimane fa mancavano, per potersi impegnare a saldare a tutti i dipendenti il Tfr entro un anno.”
Si continua a parlare di una paventata privatizzazione che è diventata lo spauracchio per difendersi dagli attacchi, ma tutti sanno che nessuno ha mai parlato di privatizzazione, né mai questo sindacato ha ipotizzato una soluzione di questo tipo. Anzi, ribadiamo che la Uil è assolutamente contraria a qualsiasi forma di privatizzazione. Ci siamo opposti alla linea scelta e confezionata dall’Amministrazione comunale e dai legali di MessinAmbiente chiedendo solo che si rispettassero i criteri di equità, legittimità e regolarità.
“A chi ha la memoria corta ricordiamo che abbiamo sempre posto tre paletti sul concordato e le conciliazioni: il primo era proprio sul Tfr e ci avevano detto che era impossibile saldarlo prima perché il Comune non ha le risorse. Se adesso si trovano saremo ben lieti perché saldarlo subito sarebbe l’unica cosa da fare nel rispetto delle normative; il secondo punto riguarda il rispetto della Legge 9 per il transito dei lavoratori attraverso la Srr, oggi a maggior ragione perché è stata depositata all’Ispettorato del Lavoro la determina approvata dal Cda della Srr per il passaggio, quindi si può procedere subito e senza più scuse; il terzo paletto riguardava le ferie residue perché mentre c’è chi esulta dicendo che i lavoratori potranno godere delle ferie residue, noi ricordiamo che nel concordato era stato deciso che sarebbero state monetizzate, così come prevede la legge. Queste sono le uniche cose che a norma di legge renderebbero valide il concordato e le transazioni che finora sono carta straccia”.
La Uil esprime preoccupazione anche per le condizioni finanziarie del Comune, visto che la Corte dei conti ha posto la lente di ingrandimento anche sull’impegno dei 30 milioni per il concordato di MessinAmbiente.
“Ricordiamo che questi impegni saranno ereditati dalle prossime amministrazioni comunali e in quei 30 milioni ci sono anche i soldi dei lavoratori e il futuro della gestione rifiuti e della nascente MessinaServizi che ad oggi è una società con un capitale sociale di soli 100mila euro”.