Il Liceo Scientifico “Seguenza”, la Pascoli-Crispi e l’istituto scolastico “Pietro Donato” di Paradiso, sono scesi in piazza questa mattina per dire no al decreto di ridimensionamento portato avanti dall’assessore regionale Lagalla. Lo scenario che si apre è quella di una vera e propria guerra tra istituti, dove alcuni rami di alcune scuole andrebbero spostati verso altre scuole in sottodimensionate.
E’ il caso, ad esempio, della Pascoli-Crispi, che dovrebbe rinunciare a quattro classi della scuola materna che finirebbero alla Foscolo. Questa mattina mille e cinquecento alunni del “Seguenza” sono scesi a piazza Duomo per manifestare il proprio dissenso, perché il rischio è quello di perdere un braccio importante come il liceo Linguistico, con gli alunni che andrebbero a rimpolpare le aule del liceo classico Maurolico.
A guidare la protesta la preside, Lilia Leonardi: “In questo momento il rischio di perdere l’indirizzo linguistico è molto concreto, quello portato avanti dall’assessore Lagalla è una proposta, non è un decreto già firmato. Però nell’ottica di questo ridimensionamento si vanno a privilegiare alcuni istituti a svantaggio di altri, c’è la Legge 6 del 2000 che parla chiaro, quindi se questo decreto sarà emesso verrà immediatamente impugnato nelle sedi opportune. Ma soprattutto si penalizzano alunni e professori che andrebbero in un altro istituto, quindi non è vero che passerebbero in modo compatto al Maurolico, trasferire dei docenti non è affatto semplice”.
Per una strana ironia della sorte, si rinnova il duello Seguenza-Maurolico dopo il caso aule dello scorso anno: “Ho il massimo rispetto per una scuola radicata nel territorio cittadino come il Maurolico, ma anche noi meritiamo lo stesso trattamento”, ha aggiunto la Leonardi.
Sulla stessa barca anche Tindaro Sparacio, direttore scolastico della Pietro Donato di Paradiso: “Mi verrebbero sottratti 318 alunni della scuola primaria, che finirebbero alla scuola Elio Vittorini, in più ci saranno 60 alunni provenienti dalla scuola Petrarca di Ganzirri. Io guido questo istituto da dodici anni, al mio insediamento gli alunni erano quattrocentoquaranta, adesso sono più di mille. Qualora venisse attuato questo decreto, vorrebbe dire ce in questi anni io ho lavorato, seppur indirettamente, per altre scuole e questo non mi sembra corretto”.