Cateno De Luca, il "dietologo" di Palazzo Zanca: "Via Circoscrizioni e commissioni, così snelliremo il Comune"

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Cateno De Luca, il "dietologo" di Palazzo Zanca: "Via Circoscrizioni e commissioni, così snelliremo il Comune"

lunedì 22 Gennaio 2018 - 09:13

Cateno De Luca fa sul serio ed ha già in mente la squadra per amministrare Palazzo Zanca. Il deputato regionale spazza via ogni dubbio circa la veridicità della sua candidatura, perché lui nella corsa alla poltrona come primo cittadino, ci sarà. Sulla sua scrivania è ben visibile una copia del libro degli ex consiglieri comunali Nina Lo Presti e Gino Sturniolo, “Accorinti assolto per non aver compreso il fatto”, così De Luca punta molto sul voto d’opinione e conferma come nelle Circoscrizioni non ci saranno liste che lo appoggiano.

Ma questo fa parte di un progetto di snellimento dell’apparato burocratico e amministrativo e secondo il leader di Sicilia Vera non porterà ad un numero inferiore di voti: “E’ un discorso di coerenza verso il programma che sottoporremo agli elettori – ha commentato – noi puntiamo all’abolizione delle Circoscrizioni, che offrono servizi minimi, per non dire nulli, ai cittadini, a fronte di costi ormai insostenibili per il palazzo comunale. Quindi non si può pensare di proporre l’abolizione delle Circoscrizioni e poi presentare le liste per ricevere i voti, non è coerente con la mia idea e con l’impegno che io ho preso con i cittadini messinesi. Ma noi puntiamo anche all’abolizione delle commissioni consiliari, basta una semplice modifica dello Statuto. Quello che si è verificato a Palazzo Zanca non deve verificarsi più, il consigliere comunale non può diventare un lavoro volto al raggiungimento del massimo di presenze possibili per guadagnare quanti più gettoni di presenza possibili, partecipando alle commissioni per raccontare le barzellette”.

Cateno De Luca però non ha alcuna intenzione di abbandonare i quartieri e annuncia anche il nome di chi farà parte della sua Giunta: “Faremo un tour dove proporremo il nostro programma, partiremo già da febbraio e andremo quartiere per quartiere. Siamo ben lontani dalle logiche politiche che hanno governato finora. Faranno parte della mia squadra l’architetto Salvatore Mondello e l’avvocato Dafne Musolino, ma il resto dei componenti della mia futura saranno annunciati tra pochi giorni. Io con Genovese?  Non c’è mai stato nulla, io voglio essere il punto di rottura col passato. A Messina nell’ultimo ventennio  ha governato tutto l’arco costituzionale, questo vuol dire che per cambiare le cose chi ha portato avanti questo scempio dovrà restare fuori da Palazzo Zanca”.

Sul rischio di possibili intromissioni di Palazzo Piacentini sulla prossima campagna elettorale, De Luca mostra il suo solito carattere: “Messina è sotto tutela del Palazzo di Giustizia, vuol dire che si guarda all’equilibrio e alla tutela di altri palazzi. In una vera democrazia non si può avere questo timore, se ci sarà rappresenterà un’anomalia che và affrontata e risolta”.

Sul programma, ampio spazio al tema dei rifiuti sul quale De Luca bacchetta sonoramente l’amministrazione Accorinti: “La gestione è stata fallimentare e per tutta risposta si propone un copia e incolla di questo fallimento – ha proseguito – Ato e Messinambiente non, di fatto fallite, ma con tutto questo in questi anni hanno continuato a svolgere il servizio aumentando i debiti, per l’amministrazione la risposta è creare una nuova società che porti avanti questo identico discorso, siamo alla follia. La gestione dev’essere data alle Aro, esattamente come hanno fatto in altri Comuni, con una gara d’appalto settennale senza affidamento in house”.

Altra stoccata ad Accorinti arriva sulla gestione finanziaria dell’ente: “L’amministrazione si è presa il merito di aver salvato il Comune dal default, ciò che mi domando io è: ma per i cittadini le conseguenze di questa salvezza sono state migliori o peggiori rispetto al dissesto? Il Piano di Riequilibrio è stato visto come la panacea di tutti i mali, ma è una spada di Damocle, una mannaia che penderà sulla testa dei cittadini per i prossimi quindici anni. I costi e le imposte comunali continuano ad essere al massimo, a fronte di servizi minimi, il dissesto non avrebbe cambiato più di tanto la realtà. Io l’avrei dichiarato ma non come atto di vendetta verso i precedenti amministratori, questa è una visione forcaiola che non mi appartiene, ma consentire alla città di ripartire invece di tenere tutto bloccato per dieci o vent’anni”.