870 tra emendamenti e subemendamenti, per discuterli tutti e votarli ci vorrebbero quasi 1700 ore, pari a 192 ore, per un totale di 6 giorni. Tanto ci vorrebbe per discutere e votare la mostruosa mole di emendamenti presentati in merito alla delibera per la modifica del Put, necessaria per arrivare alla tanto discussa isola pedonale di via dei Mille. Autentico mattatore della seduta fiume di oggi pomeriggio (conclusa con l’ennesimo nulla di fatto), il capogruppo di Forza Italia, Pippo Trischitta, che ha passato la notte insonne, intento a formulare buona parte degli emendamenti presentati. Che sarebbe stato uno show lo si è capito fin da subito, Trischitta ad un certo punto entra in aula con un trolley di elleriana memoria. Scelta scenica e un tanti nello provocatoria, ma d’altronde tutte quelle parte in qualche modo dovevano essere trasportate.
L’aula però non apprezza l’intraprendenza di Trischitta, così arrivano le prime bacchettate, a partire dal collega di coalizione Pippo Santalco: “Qui non siamo al teatro, non possiamo farci deridere cosi”.. Ma poi dall’isola pedonale si arriva alle accuse personali, Trischitta attacca il Partito Democratico, in particolar modo Gaetano Gennaro, che lavora nello studio legale di Antonio saitta, rappresentante dei commercianti a favore dell’isola: “C’è una sentenza del Tar, non ci sono interessi generali ma solo dell’associazione Millevetrine, ora si aspetta il Cga e chiedete di rimettere stessa isola, questo è un abuso. Il Pd si dovrebbe astenere visto che l’associazione è rappresentata dallo studio Saitta”.
Da accusatore Trischitta si ritrova però dall’altro lato della barricata, Gennaro infatti controbatte: Trischitta ha rappresentato chi ha fatto causa contro il Comune, chiedo di verificare se ci sono le condizioni per la decadenza dalla carica di consigliere. Questa è una vergogna”. Sono appena passate le 16, si tergiversa fino alla sospensione della seduta, richiesta da Cambiamo Messina dal Basso. La presunta incompatibilità di Trischitta nascerebbe dall’aver rappresentato una commerciante, proprietaria di una tabaccheria in via Maddalena, che aveva indetto causa al Comune proprio come segno di protesta per l’isola pedonale. I fatti però risalgono al 2014, Trischitta in quell’occasione sostituì l’avvocato Fernando Rizzo, rinunciando immediatamente all’incarico e al compenso, pagando di tasca propria il viaggio fino a Catania, visto che l’udienza si svolse al Tar.
Inoltre i fatti si sono svolti in un periodo nettamente antecedente alla presentazione della delibera in votazione presentata dalla Giunta esattamente un anno fa. I sostenitori dell’incompatibilità (Pd e CMdB) si rifanno ad una circolare ministeriale che però non fa riferimento ai consiglieri comunali, ma bensì ai funzionari o ai dirigenti. Tuttavia il vicesegretario Giovanni bruno suggerisce un’astensione di Trischitta che però tuona: Io nn mi muovo da qua, la mia posizione è legittima, il segretario è stato tratto in inganno da alcune dichiarazioni. Io rappresentavo una tabaccheria di via Maddalena, ma l’ho fatto dopo la prima bocciatura dell’isola pedonale. Io dopo quella sola udienza ho rinunciato al mandato e al compenso.
Da due anni e mezzo non rappresento nessuno, questa delibera non ha nulla a che vedere con l’atto discusso quando io ero il rappresentante legale di quell’esercizio commerciale. Io, al contrario di molti altri consiglieri, non ho interessi in via dei Mille. Io sono pronto ad essere sottoposto a qualsiasi procedimento. Questo nasce dai miei 331 emendamenti, sono atti utili”. Inoltre rincara la dose verso i suoi avversari politici: “Questa è una manovra messa in piedi dal Partito Democratico e da Cambiamo Messina dal Basso per annullare i miei emendamenti e poter votare una delibera che interessa solo ai cinque commercianti dell’associazione Millevetrine”. Nel frattempo il Pd lascia l’aula come segno di protesta e il consigliere Siracusano sbotta: ” Questo Consiglio è ostaggio di Trischitta”, mentre Ivana Risitano (CMdB) tuona: “Questo è solo ostruzionismo”. Prossimo atto lunedì alle 13.
Antonio Macauda