Contrasto all’esclusione, Ministero del Lavoro finanzia progetto a Messina per bimbi rom, sinti e camminanti

La città di Messina è “riservataria” di finanziamenti per progetti dedicati all’inclusione della comunità rom a valere sui fondi del PON Inclusione e del PON METRO per il triennio 2017-2020. Il primo a partire in questi giorni è il progetto rivolto alla povertà educativa, finanziato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, all’interno del “Programma nazionale per l’inclusione e l’integrazione dei bambini rom, sinti e camminanti” che mira all’inclusione dei bambini e delle famiglie rom in più ambiti, con particolare attenzione all’inserimento scolastico e ai percorsi di socializzazione nei contesti abitativi. Il progetto messinese si svolgerà negli Istituti Comprensivi Paradiso, Vittorini e Mazzini-Gallo, dove frequentano alunni rom della fascia di età 6/14 anni. Il lavoro nelle scuole, finalizzato a combattere la dispersione scolastica e a promuovere una scuola più inclusiva, è diretto non solo ai bambini rom, ma coinvolge anche gli alunni e gli insegnanti presenti nelle classi target.

L’intervento nei contesti abitativi, invece, sarà finalizzato non solo a rafforzare il lavoro di integrazione scolastica, ma favorirà la costruzione di una relazione proficua tra la scuola, i servizi socio-sanitari e le famiglie rom. A garanzia della riuscita del progetto l’assistenza tecnica è stata affidata agli esperti dell’Istituto degli Innocenti di Firenze che, insieme al Comitato tecnico scientifico interministeriale, compone la cabina di regia nazionale. La gestione delle linee generali del progetto è affidata al Tavolo Locale, coordinato dall’assessorato politiche sociali, composto dai rappresentanti dell’ambito sociosanitario, dai referenti nelle scuole, dall’Osservatorio per la dispersione scolastica, dal rappresentante dell’ufficio scolastico provinciale, dalla stessa comunità rom e da rappresentanti della società civile.

Ad accompagnare la realizzazione delle attività progettuali sono le Equipe multidisciplinari, costituite da operatori-scuola che affiancheranno le insegnanti nelle attività in aula per l’utilizzo delle metodologie cooperative di apprendimento; da operatori dei contesti abitativi che monitoreranno la dispersione scolastica e sosterranno i rapporti con le famiglie dei bambini rom; da educatori che organizzeranno e realizzeranno i laboratori in classe.

“L’azione del progetto diretta ai bambini – sottolinea l’assessora alle Politiche Sociali, Nina Santisi – contribuirà ad aumentare la qualità delle opportunità educative e il numero di studenti rom iscritti alle scuole, favorendone la frequenza e la piena istruzione. L’azione del progetto diretta alle famiglie contribuirà a migliorare la conoscenza e l’accesso ai servizi socio-sanitari e scolastici”.

Redazione1

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